FIORENTINA, SEGNALI POSITIVI (E JOLLY PREZIOSI) PER ATENE. PER SOSTITUIRE ITALIANO SERVE UN ALLENATORE ALL'ALTEZZA DI PROSEGUIRNE IL LAVORO. DS, UNA SCELTA FINALMENTE FUORI DAGLI SCHEMI

19.05.2024 11:15 di  Luca Cilli   vedi letture
FIORENTINA, SEGNALI POSITIVI (E JOLLY PREZIOSI) PER ATENE. PER SOSTITUIRE ITALIANO SERVE UN ALLENATORE ALL'ALTEZZA DI PROSEGUIRNE IL LAVORO. DS, UNA SCELTA FINALMENTE FUORI DAGLI SCHEMI

Per come è andata la partita con il Napoli alla Fiorentina resta qualche rimpianto per non essere riuscita a vincere. Ma considerato il fatto che in questo momento della stagione la sola cosa che conta per davvero è la finale di Conference League contro l’Olympiakos, dal pari del Franchi sono diversi gli aspetti positivi che potrebbero far comodo il 29 maggio ad Atene. Di buono infatti c’è che la squadra appare in salute, con alcuni singoli che sotto questo punto di vista sono cresciuti in maniera esponenziale. Altri stanno giustamente gestendo le energie come Bonaventura e Nico Gonzalez, cioè due dei calciatori fondamentali e imprescindibili per qualità, carisma, intelligenza tattica ed esperienza. Fra le cose belle dell’ultimo periodo rientra anche Nzola, l’attaccante che sta ritrovando minuti, fiducia e quei gol che in un passato nemmeno troppo lontano sono mancati. Per un reparto spesso in affanno e i cui numeri sono decisamente sotto le aspettative, aver ritrovato strada facendo un’alternativa a Belotti è il massimo. Un bel jolly, di quelli che è sempre meglio avere fra le mani nel momento in cui si affronta una sfida secca in cui serve tutto: fortuna, singoli, risorse extra, piani alternativi.

Napoli, Atene e tanti saluti Magari vista dalla parte della Fiorentina il risultato poteva anche essere diverso, ma il 2-2 e i diversi momenti di una gara sempre divertente e mai banale è stato in un certo senso la chiusura di un cerchio. L’ultima partita al Franchi di Vincenzo Italiano appare infatti come il manifesto dell’idea di calcio che l’allenatore ha professato sin dal primo istante in cui fu ingaggiato dal club. In 3 anni è riuscito a centrare diversi obiettivi, talvolta andando oltre le aspettative. Il lavoro però non è completo perché per entrare nella storia e rendere il tutto un autentico capolavoro bisogna vincere. Sono i trofei a fare per davvero la differenza, senza banalizzare o sminuire il percorso per arrivare a giocarselo. Lo sa bene anche lo stesso Italiano, che insieme ai suoi calciatori ha un anno in più di esperienza alle spalle e quella voglia di cancellare la delusione della passata annata con il West Ham. Lasciare la Fiorentina con la Conference League in bacheca è il sogno da concretizzare, per il resto Italiano saluterà consapevole del fatto di aver posto delle basi importanti su cui poter sviluppare il progetto futuro del club. A prescindere da come andrà l’ultimo atto europeo ad Atene, chi prenderà il suo posto avrà una grossa responsabilità perché erediterà una panchina in cui i confronti con quello che a breve sarà passato non mancheranno. E specialmente una squadra arrivata – seppur fra mille difficoltà e difetti strutturali – a determinati livelli. Se c’è una cosa in cui i dirigenti proprio non possono sbagliare è proprio il sostituto di Vincenzo Italiano. Proprio sicuri che un esordiente in A come Aquilani reduce da un campionato di metà classifica in B a Pisa nella sua prima esperienza vera, dopo gli anni trascorsi con la Primavera, sia la soluzione migliore? Nulla contro Aquilani ma a meno che l’idea della proprietà sarà quella di ridimensionare, arrivati a questo punto del suo percorso la Fiorentina non può fare una scommessa simile. Ci sta puntare su un allenatore giovane, anche perché in diversi stanno dimostrando di avere stoffa e capacità interessanti. Meglio però farlo su uno che abbia già un paio di campionati di A alle spalle o comunque esperienze pregresse di un certo tipo.

Post Burdisso In attesa di prendere la decisione finale per l’allenatore, la Fiorentina è piuttosto avanti invece per la scelta di chi subentrerà a Burdisso per affiancare Daniele Pradè. Il nome nuovo – e parecchio interessante – è quello di Roberto Goretti, direttore sportivo della Reggiana e al momento avanti rispetto agli altri concorrenti per ricoprire questa carica all’interno del club. Opzione che sarebbe decisamente intrigante, finalmente fuori dai soliti schemi e giri. Mi rendo conto che Goretti per Firenze e la Fiorentina non è un nome da copertina, non lo era ai tempi nemmeno Giuntoli per il Napoli quando arrivò dal Carpi. Ma Goretti è un dirigente competente, tutto sommato giovane per il ruolo (classe ’76), appassionato, che partendo dal basso è riuscito comunque a centrare risultati di tutto rispetto. L’ultimo in ordine cronologico con la Reggiana: in C prende l’allenatore giusto per vincere, Aimo Diana, e i calciatori perfetti per salire in B ma anche restarci in quella successiva con Alessandro Nesta, altra intuizione azzeccatissima. Senza budget importanti ha sempre lavorato partendo dalla ricerca dei migliori giovani in circolazione: Provedel, Gianluca Mancini, Spinazzola, Andrea Conti, Politano sono i suoi fiori all’occhiello. Ci sarebbe anche Federico Chiesa che bloccò nell’estate del 2016 e per cui ottenne anche la promessa di un prestito. Il problema è che dopo un grande europeo di categoria e i primi allenamenti a Moena con Paulo Sousa quella promessa perse di valore. Forse la Fiorentina era già nel destino di Goretti.

PS: complimenti alla Kappa. La nuova maglia vintage, totalmente viola, per la stagione 2024 è semplicemente meravigliosa!