IN PORTA C’E’ TERRACCIANO, EDIMILSON IN FORSE, HUGO BOCCIATO: LA FIORENTINA HA LE OSSA ROTTE, MA ORMAI NON RESTA CHE VINCERE. PJACA COME PEPITO: IN BOCCA AL LUPO, ANIMA FRAGILE
Non resta che vincere. La classifica parla chiaro, la Fiorentina è indietro, deve rincorrere e non sbagliare più niente. Conti alla mano insomma, non ha più alternative. Pioli li ha chiamati i due mesi decisivi della stagione, in realtà non serve andare troppo oltre stasera: se non batte la Lazio, la squadra viola è praticamente fuori dalla corsa all’Europa. Con tre punti in più invece, diventerebbero molto interessanti la trasferta di venerdì a Cagliari e, soprattutto, lo scontro diretto dopo la sosta contro il Toro al Franchi.
La Lazio di Inzaghi è più forte, gioca insieme da anni e ha attacco e centrocampo strepitosi. In più, ha le ali ai piedi dopo il trionfo nel derby: servirà una grande partita insomma, anche perché la doppia battaglia con l’Atalanta ha lasciato strascichi e la Fiorentina arriva all’appuntamento con le ossa rotte. In porta esordirà Terracciano, visto che Lafont ha problemi alla caviglia: per il portiere di riserva è una grande occasione, ma anche un bell’onere. Quest’anno ha fatto buone prestazioni nell’Empoli (l’ultima però risale a ottobre), ma la maglia viola pesa, giocare al Franchi non è uno scherzo. A 29 anni così il casertano (dopo una carriera spesa in provincia) si ritroverà a giocare la partita più importante della sua carriera, e proprio in un momento in cui la sua squadra arriva da 3 partite in cui ha subito addirittura 9 gol: non esattamente una premessa confortante. Qualche dubbio anche in mezzo, dove Pioli vorrebbe tornare al centrocampo a tre. Rinunciare a Benassi a Bergamo si è rivelato un errore, stavolta la mezzala dal gol facile giocherà, a prescindere da come andrà il provino di Edimilson di stamani. Se lo svizzero non dovesse farcela, spazio a Noorgard, un altro che non vede campo da un bel po’ (l’ultima presenza risale alla trasferta di Verona, a fine gennaio). Terracciano, Noorgard, forse anche Ceccherini al posto dello spaurito Hugo: una Fiorentina a dir poco inedita, costretta a cercare l’impresa per rimanere a galla. La vigilia insomma non è stata semplicissima, ma occhio a dar per spacciata questa squadra. Davanti una coppia come Muriel-Chiesa ce l’hanno in pochi e anche l’indomabile orgoglio dei viola, promette di dare battaglia fino all’ultimo pallone.
Discorso a parte naturalmente merita Pjaca, a cui vanno tutti gli auguri possibili per una pronta guarigione. Anima fragile e sfortunata, Marko è stato il flop della stagione, ingabbiato in mille insicurezze e in una lunga battaglia tutta personale contro i suoi fantasmi. Infierire però sarebbe ingeneroso, perché ieri è stato il giorno dell’ennesimo crack: in allenamento Pjaca ha fatto tutto da solo. Il ginocchio si è girato e le analisi sono state impietose. Crociato rotto, stagione finita. La sua avventura viola è già ai titoli di coda, con all’attivo appena un gol e nessuna giocata degna del suo talento. Peccato, uno come lui avrebbe dovuto fare la differenza, avrebbe potuto dimostrare che la corte di mezza Europa era giustificata. La Croazia lo aspettava come il nuovo 10 a cui affidare la continuazione della stirpe con la maglia a scacchi, invece Marko dovrà (di nuovo) ricominciare daccapo. Come fece Pepito. Che però, rispetto a lui, ha sempre avuto un carattere di ferro e una voglia insaziabile di tornare protagonista. In ogni caso, in bocca al lupo Marko. I tuoi compagni, come ha scritto capitan Pezzella, avranno un motivo in più per mettercela tutta.