L'UNICO VERO ACQUISTO

08.11.2010 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
L'UNICO VERO ACQUISTO
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

C’era una volta una Fiorentina che quando si trattava di affrontare il Chievo si sfregava le mani, perché erano quasi sempre tre punti assicurati, al “Franchi” come al “Bentegodi”. E parliamo di storia recente, non degli anni del primo scudetto. Ieri i viola hanno festeggiato una vittoria striminzita in una gara in cui, a tratti, si sono visti gli spettri della disastrosa doppia sfida dello scorso campionato. C’era una volta una Fiorentina che all’”Olimpico”, quello di Roma, non riusciva quasi mai a vincere, ma spesso ciò accadeva per la solita prodezza di Totti o per il provvidenziale rigorino concesso ai giallorossi magari ad inizio gara. E parliamo della Fiorentina del primo Prandelli. Scusateci se citiamo un personaggio divenuto di questi tempi scomodo. Che squadra è quella che, all’indomani dell’1-0 contro la modesta compagine del buon Pioli, si appresta ad affrontare una Roma rinfrancata dai successi in Champions League e nel derby? Una squadra con pochi centrali difensivi, con pochissimi centrocampisti, di cui uno solo fisicamente integro ma in scadenza di contratto, con un bomber che non segna e con una caterva di esterni che, nonostante le raccomandazioni di Sinisa Mihajlovic descritte dal generoso ma evanescente Pasqual, sanno curare poco o niente la fase difensiva. Ma, soprattutto, con un solo elemento che sa davvero giocare al calcio: Adrian Mutu. Abbiamo detto a più riprese che forse l’unico vero colpo di Pantaleo Corvino nell’ultima sessione di mercato è stato Artur Boruc.

Per fortuna ieri non abbiamo avuto l’opportunità di verificare questa nostra tesi. A Roma, probabilmente, sarà un'altra musica. Quindi, allo stato attuale delle cose, l’unico vero acquisto della Fiorentina edizione 2010/2011 è proprio lui, Adrian Mutu. Che poi, inutile sottolinearlo, un acquisto non lo è. Nemmeno in senso figurato. Lo si può paragonare al limite ad un prestito, dove i proprietari del cartellino non sono la Juventus, il Real o il Manchester, ma magistrati, magnati russi e dirigenti della FIFA. Forse è giunto il momento in cui chi deve decidere se investire o meno sul mercato e chi deve gestire questi eventuali investimenti rifletta un po’ su questi aspetti.