TRA CRITICA E DISFATTISMO
Dall'inferno al paradiso, andata e ritorno. A Firenze si sono moltiplicati, da sempre, i tagliandi per la tratta che porta dalle stelle alle stalle. Perchè d'altronde fa parte del calcio la continua altalena che vede protagonisti i tifosi. Un giorno sei considerato il migliore, l'indomani c'è chi farebbe carte false pur di metterti in discussione. E' un po' la storia che tocca a chi frequenta il dorato mondo del calcio, ed è soprattutto il destino dei tecnici chiamati a regolarsi in primo luogo soprattutto con i risultati. Succede allora che se i punti in classifica diminuiscono, così come gli obiettivi, la fiducia di cui gode un allenatore subisca qualche contraccolpo. Niente di irreparabile, figuriamoci, soprattutto se si riuscisse a concedersi qualche ulteriore secondo di riflessione su quanto fatto sino a oggi.
Riuscendo cioè a limitarsi alla critica, senza cadere nel disfattismo. Se da un lato sarebbe auspicabile da parte dei protagonista la massima assenza di permalosità di fronte alle critiche, dall'altro s'impone un equilibrio anche nella mancata condivisione di talune decisioni. Perchè si potrà non comprendere il perchè di certe scelte di Montella (noi per primi, del resto, qualcuna l'abbiamo decisamente poco digerita) ma non si può dimenticare quanto il tecnico abbia influenzato la recente crescita dei viola. Regalando prima un gioco frizzante, poi una serie di diversivi che comunque hanno consentito alla squadra di tenere la bussola del viaggio (su tre fronti) pur nelle acque agitate di un attacco orfano dei pezzi migliori, Rossi e Gomez.
Certamente qualcosa può aver sbagliato lo stesso Montella, ma niente che possa mettere in discussione il suo lavoro fino a oggi. Anche perchè poi, leggendo tra le pieghe del campionato, ci si accorge che non solo gli uomini arrivati a gennaio non hanno (fino a ora) regalato troppo in termini di punti, ma gli stessi acquisti del mercato estivo (Gomez a parte, ma comunque escluso visti gli infortuni) si sono rivelati alla lunga poco funzionali. Se in altri termini la squadra comincia ad accusare stanchezza, e le alternative non danno garanzie, Montella potrà anche peccare su qualche decisione o sostituzione, ma certamente è al tempo stesso costretto a poter contare su una rosa che sembra la stessa della passata stagione. E che, per questo motivo, non ha più le gambe fresche di un tempo.