TORNARE IN CAMPO
Ne hanno bisogno tutti, e più di tutti ne hanno bisogno loro. I compagni di squadra di Astori hanno l'assoluto bisogno di tornare in campo, non può essere altrimenti, così come Daniele De Rossi, tra i più sconvolti per la scomparsa del Capitano, aveva il bisogno di giocare. E con loro tutti gli altri calciatori che giovedì hanno condiviso il dolore con una famiglia, e con una comunità, quella viola.
Figuriamoci se non ne hanno bisogno coloro i quali sono rimasti alla maledetta mattina di domenica scorsa. Quando giocare contro l'Udinese rappresentava la routine devastata dalla tragica notizia di Astori. Fosse soltanto per non dover pensare a tutto quel che è successo nel giro di una settimana per tornare a quella normalità che era dare il massimo in campo.
E come certamente lo stadio e i ricordi del Capitano saranno da brividi, certamente la partita della Fiorentina sarà qualcosa di diverso, di dolorosamente inedito. Un insieme di emozioni e inevitabilmente lacrime che si mischieranno al bisogno di mettere in campo tutto l'enorme patrimonio che l'addio di Astori ha lasciato. Alla sua Fiorentina, ai suoi tifosi e alla sua città che lo aveva adottato.
Novanta minuti che al solo pensiero fanno risalire il magone mai andatosene, che nessuno avrebbe mai voluto vivere e che ora rappresentano per la Fiorentina l'unica strada possibile: quella di una ripartenza. Qualsiasi essa sia pur nell'unità e nel sostegno che Firenze e il popolo viola hanno già dimostrato e che dimostreranno da lunedì in poi. Al cospetto di una famiglia colpita nell'anima, ma unita come mai era capitato prima, a cominciare da quei proprietari che allo stadio insieme mancavano da tempo. Anche per questo, e per onorare quel che vorrebbe il Capitano, c'è assoluto bisogno di tornare in campo.