IL TERZO INDIZIO
Tre indizi che fanno una prova. L'adagio da sempre funziona, e figuriamoci se non può essere applicato anche al calcio. Tanto più se il terzo indizio è alla fine passato quasi in secondo piano di fronte ad altri acuti. Parliamo di quella che è stata la prestazione di Neto, domenica contro la Juve, prima che Rossi salisse in cattedra schiantando la Juventus in un quarto d'ora con l'aiuto di Joaquin.
Eppure, nell'avvio a dir poco difficile di ripresa che vedeva la Fiorentina ancora chiusa all'angolo, è stato proprio il portiere brasiliano il primo a suonare la carica. L'occasione di Marchisio, poi il colpo di testa di Chiellini e infine la punizione di Pirlo. Tre interventi di Neto che hanno impedito alla Juve di affossare definitivamente i viola lasciando la Fiorentina in partita. Tre parate che in pratica sono valse come un gol.
Ed è di fatto la terza gara consecutiva nella quale le risposte di Neto sono tutte convincenti. Si parte dalla serata ucraina di Dnipropetrovsk, passando per il pareggio a reti bianche di Roma contro la Lazio per arrivare alla domenica di gloria con la Juve. Neto ha finalmente fornito il terzo indizio, quello che prova come certe disattenzioni siano adesso definitivamente alle spalle e che, ci auguriamo, conferma come il brasiliano stia superando anche determinate incertezze psicologiche.