IL RITORNO DI DIEGO
La notizia continua a rimbalzare da qualche giorno e, anche se il condizionale è ancora d'obbligo, tutto lascia pensare che Diego Della Valle possa essere presente domenica al Franchi per assistere all'importante sfida contro l'Inter. Una presenza che manca ormai dal 9 marzo 2010, nella triste serata dell'amara eliminazione dalla Champions League ad opera del Bayern di Robben, con la complicità, all'andata, dell'arbitro Ovrebo. Sono passati due anni, ma sembra un'eternità a giudicare da quanto è cambiata la situazione in casa viola. Dalla lotta per i primi quattro posti si è passati a quella per non retrocedere, e l'Europa è solo un ricordo che va pian piano sbiadendosi. Da qui, probabilmente, la decisione di tornare a far sentire la sua voce, la sua presenza, il suo carisma.
Una lontananza dalla squadra già interrotta con la visita a sorpresa nel ritiro viola alla vigilia della sfida con il Milan, poi terminata con una sorprendente quanto convincente affermazione della Fiorentina. Una visita sicuramente inaspettata, ma altrettanto importante, visto il momento critico in cui versava, e versa tutt'ora, la squadra gigliata. Dignità, dovere e divertimento: queste le tre "D" sulle quali si fondavano le parole di Diego Della Valle ai suoi giocatori. Principi troppo spesso venuti meno durante questa stagione.
Ecco che, in occasione dell'ultima partita di cartello al Franchi di questo deludente campionato, proprio contro quell'Inter tanto cara in passato ai fratelli di Casette d'Ete, Diego Della Valle potrà tornare ad occupare il suo posto in tribuna d'onore. Una presenza che, se confermata, avrà un valore simbolico altissimo: la famiglia Della Valle non intende mollare nè allontanarsi definitivamente da Firenze ma, al contrario, rilanciare con forza un progetto che ha iniziato a vacillare proprio dopo quel famoso 9 marzo 2010. Per farlo occorrerà prima di tutto salvarsi, e per raggiungere l'obiettivo minimo ci sarà bisogno dell'aiuto di tutti: giocatori in primis, ma anche società e tifosi. Il tutto con una "spruzzatina" del carisma di Diego, ingrediente mai fondamentale come oggi.