DIFRA SCARICATO, SI ASPETTA SOLO PIOLI
"Ho iniziato un percorso che ci ha dato molti risultati positivi all'inizio. Adesso è tutto il contrario, ma vado avanti e voglio finire"; così ieri Stefano Pioli, dopo la sconfitta con il Genoa, ha dato in pratica il suo addio -di classe e senza mugugni nonostante le contestazioni e il clima- all'Inter a fine stagione. Il tecnico emiliano infatti, nonostante un contratto con l'Inter fino al 2018, è consapevole di aver chiuso la sua avventura in nerazzurro. La società, con il casting dei nerazzurri per un top allenatore, con Simenone prima e Conte ora in testa (anche se alla fine potrebbero accontentarsi di un profilo più basso) gli ha di fatto tolto credibilità di fronte alla squadra dopo che aveva saputo rimediare ad errori fatti a monte dal club, già con Mancini.
E alla fine della stagione le due parti si saluteranno, Europa o meno. Per lui è dunque pronta la Fiorentina che cerca un allenatore tutto sommato giovane, con esperienza in un grande club ma alla portata di budget viola. Non uno Spalletti da top ingaggio insomma, ma un tecnico bravo, corretto, con un certo stile che non guasta mai e da squadra big, che abbia già ottenuto buoni risultati come con la Lazio (dopo quelli nel Bologna), che aveva portato fino ai preliminari di Champions nella prima stagione e che con l'Inter ha fatto il possibile subentrando in corsa a De Boer.
Il fine settimana si troverà di fronte a quello che sembrava il suo principale antagonista per la panchina viola, Di Francesco del Sassuolo, ma la società avrebbe già scelto, senza dover aspettare i 10 giorni annunciati dal tecnico abruzzese per parlare con il Sassuolo. La partita di ieri, che doveva essere sfida tra presente e futuro viola, di fatto ha segnato un po' la fine del corteggiamento. La società viola infatti non è più propensa a prendere un allenatore ambizioso che potrebbe seguire le orme di Montella e Sousa, il rischio è troppo grande. Alla piazza delusa la Fiorentina vuole presentare un allenatore bravo ma che conosca e apprezzi già Firenze per averci giocato e che la veda -come farebbe Pioli -come un punto di arrivo, più che di partenza o di passaggio - come la vedrebbe forse Di Francesco.