DAL CASO AL CAOS
Il caso Montolivo, al di là di tutti i migliori auspici, è divenuto col tempo caos. Una situazione ingestibile da qualunque prospettiva la si guardi. Da una parte infatti resta la squadra. Neutrale, se così si puo' dire, ma a ben vedere dalle varie dichiarazioni più propensa a sostenere il proprio compagno di squadra. Dall'altra la società, convinta delle proprie ragioni e più che mai ostinata a farle valere. Un insieme di circostanze e dichiarazioni al vetriolo che rischiano però di riflesso danneggiare quel progetto sportivo nel quale anche Firenze si era da poco ritrovata. Perchè a ben vedere, la partita con il Parma ne è l'esempio, anche fra i tifosi viola le posizioni sulla questione Montolivo restano ancora largamente eterogenee. La maggioranza fischia, una parte rimane silente, mentre un'altra ancora batte le mani. E tutto questo per un solo giocatore.
Un clima dunque tutt'altro che sereno a dispetto di una Fiorentina ancora fragile, che corre il rischio di perdersi nei meandri di questioni che hanno ben poco a che vedere con il rettangolo verde. Un peccato quindi, visto che la squadra (anche con Montolivo in campo) ha dimostrato di avere le potenzialità per fare un buon campionato e perchè no, tentare anche l'assalto alla vecchia e cara Europa.
Sullo sfondo poi la figura di Mihajlovic. Arrivato a Firenze sull'onda avvelenata dell'addio di Prandelli e catapultato in una realtà piena di tensioni (sportive s'intende), che da questa stagione sperava in cuor suo di poter lavorare serenamente.Una speranza, di fatto, resa vana dall'improvviso inasprimento di ulteriori querelle interne, divenute suo malgrado problemi da gestire in prima persona, che raffrontate al vecchio caso Mutu lo fanno quasi impallidire.