CORSA CHAMPIONS, Umiltà, sogni e proclami

26.05.2009 00:00 di  Marco Conterio   vedi letture
CORSA CHAMPIONS, Umiltà, sogni e proclami
FirenzeViola.it
© foto di Morini Giacomo

Settembre. Tempo di proclami, di menestrelli cantanti e presidenti zelanti. Sogni, promesse. A volte mantenute, altre no. Il primo è il caso della Fiorentina. "Vorremmo riconfermarci, ma sarà dura" dissero in riva all'Arno quando la stagione era agli albori. Detto fatto. Quarto posto, come e meglio della scorsa stagione. Ci sono poi, anche le note dolenti. Palermo, per esempio. "Per la Champions ci siamo anche noi". Il vulcanico presidente Zamparini erutta ai primi fischi d'inizio, salvo poi spegnersi piano piano. "C'è una concorrenza fortissima, ma possiamo farcela".

Parola di Edy Reja, allora tecnico del Napoli, allora tecnico di una squadra che sperava e sognava di tornare ai fasti di un tempo. Senza esiti positivi. "Se ci qualificassimo per la Champions, faremo un mercato importantissimo" disse a ruota il presidente campano De Laurentiis. Ancora, stavolta l'Udinese, con il centrocampista simbolo, D'Agostino. "Siamo secondi -disse ad inizio anno- ed anche se non lottiamo per lo scudetto, non siamo in questa posizione per caso". La Roma, ma almeno i giallorossi sono rimasti in corsa sino a quattro quinti della stagione, non si nascondeva. Anzi, c'è anche chi sognava lo Scudetto... L'unica a farne, a ragione, di proclami, strada facendo, è stato il Genoa. La vera sorpresa del campionato. Battuto, però, alla fine, dalla Fiorentina. L'unica, forse, a tenere sempre basta l'asticella. "Non è ancora fatta" ha sempre detto Prandelli, sino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Umiltà e piedi per terra. Un altro dei segreti della viola dei miracoli.