FREY, Giura fedeltà a Firenze. Finché c'è Prandelli
Non si stancherà mai di ripeterlo, Sebastien Frey. E volendo dare alla questione una sfumura che si spinga oltre il rapporto umano, la stima e l’affetto che legano il portierone viola a Cesare Prandelli possono apparire come una eccellente garanzia per il futuro. Quello di un Frey che non lascerà mai Firenze. Almeno fino a quando sulla panchina ci sarà il «suo mister».
«Prandelli è veramente importante per noi — ha dichiarato Frey al sito ufficiale Uefa —. Tutti lo abbiamo sostenuto durante il suo periodo difficile perché è una grande persona».
«Prandelli — incalza il portiere — è un uomo speciale ed è realmente difficile trovare gente così nel mondo del calcio. E’ fantastico avere a che fare con qualcuno genuino e parlare con una persona come lui è sempre utile».
Prandelli, dunque, come primo e insuperabile punto di riferimento per una Fiorentina che da domenica, a Parma, dovrà riprendere la sua corsa al piazzamento Champions.
Ma Frey, parlando di punti di riferimento, non può non fare un cenno anche al «vecchio» Bobone. Sì, Vieri, secondo il portiere gigliato, con la sua esperienza e con la sua voglia di rimettersi in gioco è diventato subito un esempio per tutti i giovani viola. E non solo per loro.
Ancora Frey: «Ha 34 anni e nella sua carriera ha vinto di di tutto.
Ma nonostante questo, a Vieri piace dare consigli ai giovani. Parlare con loro durante gli allenamenti. In questo modo, Bobo aiuta i giovani a crescere».
«Credo — sono ancora parole di Frey — che questo tipo di atteggiamento sia un valore aggiunto per ogni calciatore e per il gruppo. Per il nostro gruppo. L’esempio di campioni come Vieri ci permette di lavorare insieme e con un atteggiamento positivo».
Frey numero uno più desiderato in Italia e forse in Europa. Frey che secondo Zoff è il portiere più bravo alle spalle del solo Buffon, Frey che... Il francese incassa i complimenti e ringrazia.
«Per me la medaglia d’oro per il portiere più forte in assoluto la merita senza dubbio Gigi Buffon e alle sue spalle, quindi con la medaglia d’argento, metto Cech».
«Poi — conclude Frey con un guizzo di orgoglio — se proprio ci fosse a disposizione una medaglia di bronzo, beh... non lo nascondo e dico che mi piacerebbe portarmela a casa».