BAGGIO, La viola, la rapina Juve e la sciarpa
Vittorio Feltri racconta Roberto Baggio in due belle pagine di Tuttosport, dove non possono mancare i riferimenti alla Fiorentina che fu “la prima a metterci le mani sopra, per due miliardi e otto, che nel 1985 erano soldi” e che dopo averlo mandato in Francia ad operarsi dopo l’infortunio all’ultima giornata contro il Rimini, se lo tiene un anno in riabilitazione. E lo aspetta ugualmente allorché, appena tornato in campo, si rompe di nuovo. Altri tempi. “Comincia così la loro storia d’amore, che lo porterà in Nazionale e a essere una stella di prima grandezza, fino alla "rapina", nel 1990, da parte della Juventus, come se a Firenze i bianconeri non fossero abbastanza odiati. Baggio cerca di resistere, poi cede e per anni passerà da traditore, però la realtà è che la trattativa si era chiusa sopra la sua testa precedentemente”.
Per spiegare il carattere Feltri parla di un mix di segreta vanità (vedi il codino) a una sincerità che lo ha portato a litigare praticamente con tutti i suoi allenatori. E per spiegarlo sceglie proprio l’episodio del suo ritorno a Firenze con la maglia della Juve: “Roby si guadagna un rigore in un mare di fischi. Sembra andare sul dischetto, poi fa no con la testa, contro i viola non lo tiro. E lascia il posto a De Agostini (che poi se lo farà parare). Il tecnico di quell’anno, Gigi Maifredi, poco dopo lo manda negli spogliatoi. Mentre a testa bassa egli fa per uscire, lanciata dagli spalti gli cade davanti una sciarpa viola. Baggio la raccoglie e se la tiene in mano, senza metterla al collo e senza alzare la testa, fino a scomparire nel tunnel, e i fischi del Franchi si placano in un mormorio e qualche applauso”