"OCCHI PUNTATI SU..." La coperta 'corta'
Una Fiorentina stanca, svuotata, quasi abulica, incapace di reagire davanti alla freschezza del nuovo Napoli di Mazzarri. Diciamocelo chiaramente: tutti ci eravamo illusi che la storia della "coperta corta" fosse un'invenzione giornalistica e nulla più. Ahimè non è così ed il brusco risveglio da questo torpore mentale è arrivato all'88' di Fiorentina-Napoli quando l'ex di turno Christian Maggio (ci permettiamo di dirlo...la sua cessione è stata uno dei pochi errori della coppia Corvino - Prandelli) ha castigato irrimediabilmente i gigliati. Facciamo i conti della serva: la Fiorentina, in questo momento, dispone di una rosa di 23 giocatori, i famosi due per ogni ruolo (un cavallo di battaglia, questo, di Corvino) più tre portieri. Di questi 23 tiriamo fuori (per ora) Natali (al suo esordio stagionale in campionato appena ieri, ma in netto ritardo di condizione), Castillo, Di Tacchio e Savio, quattro elementi, chi per una ragione chi per un'altra, che sono rimasti (e qualcuno di loro ci resterà ancora a lungo) ai margini della prima squadra. Tolto il "brindellone" di difesa che, come abbiamo ricordato, ha dato finalmente notizie concrete di se, (pochi minuti in Champions, un tempo e mezzo contro il Napoli), il convalescente Castillo, l'acerbo Di Tacchio e l'oggetto misterioso Savio non possiamo considerarli elementi attivi e funzionali per il progetto tattico di Prandelli. Ecco allora che, all'improvviso, la rosa si restringe a 20 giocatori (17 in ruoli di movimento se togliamo i tre portieri) con all'orizzonte almeno 50 partite da disputare, coppe comprese. Perchè, allora, ci eravamo illusi di poter andare avanti con un così esiguo numero di elementi? Un pò per i risultati eccellenti fin quì conseguiti (si sono disputate 13 partite e, prima di ieri, era stata sbagliata solo quella di Roma), un pò per la sagacia tattica di Prandelli (illuminante l'esempio della coppia d'attacco Mutu-Jovetic improvvisata contro il Liverpool) un pò per la duttilità e versatilità di molti giocatori viola. A parte Jorgensen, il prototipo del factotum, citiamo Gobbi che a Cagliari nasce come interno di centrocampo piuttosto che esterno alto di sinistra mentre Prandelli, già da un pò, lo utilizza esterno basso a protezione dell'arrembante Vargas. De Silvestri, grande corsa, grande fisicità, che può ricoprire (stavolta sulla destra) indifferentemente la posizione alta e bassa. Comotto, di professione terzino, ma all'occorrenza (lo abbiamo visto ieri) riciclabile come centrale difensivo. Santana, ora ala, ora centrocampista tra le linee, ora esterno preferibilmente di destra ma anche di sinistra. E poi Mutu (esterno, punta, rifinitore), Jovetic (idem con patate) fino ad arrivare a Montolivo che un pò come Jorgensen, eccetto il magazziniere e l'autista, ha ricoperto tutti i ruoli all'interno del rettangolo verde. Coperta corta, quindi? Nemmeno per sogno, il materiale umano è abbondante e variegato e al resto...ci penserà Prandelli.
Tutto questo fino alle 15 di domenica quando è apparso subito chiaro che la Fiorentina era sulle gambe e si è manifestata l'amara realtà: i viola perdono (meritatamente) in casa col Napoli, e fin dall'inizio la partita non prometteva niente di buono. Se si eccettua l'occasione di Vargas al 22', per tutto il primo tempo è stato un monologo partenopeo con il solito Frey "miracoloso" al quale, un giorno o l'altro, dovremo fare un monumento. Nella ripresa un sussulto per poi ripiombare in un'apatia sospetta per un undici di carattere come quello viola. Cos'è successo? Stanchezza, poca lucidità, scarsa brillantezza...tutte cose giuste ma che gettano ombre inquietanti sul futuro di questo campionato. Se analizziamo le ultime tre partite,(Juventus, Debrecen e Napoli in otto giorni tra Champions e Campionato), ci accorgiamo che 7/11 della Fiorentina è sempre scesa in campo seppur con minutaggi diversi ed i viola sono attesi dall'ennesimo tour de force (4 partite in 14 giorni, poco più di una ogni tre che sommate alle precedenti fann 7 in 22 giorni) che metterà a dura prova la resistenza fisica e nervosa del gruppo gigliato. Qualcuno storcerà il naso se ce ne accorgiamo solo ora ma contro il Napoli, le difficoltà della Fiorentina sono apparse evidenti, superiori a quanto potessimo immaginare. Non resta che...sperare in gennaio. Si dice, in questi casi, che serve un giocatore per reparto e la fiorentina non fa eccezione. Un difensore per non correre il rischio di dover schierare Comotto centrale come nell'ultimo quarto d'ora di ieri. Un centrocampista che dia respiro a Zanetti, divenuto ormai imprescindibile e da proteggere come un Panda. Ed infine una punta perchè, con tutto il rispetto, il solo Castillo non può bastare ed il giochino dei due attaccanti di movimento schierati all'unisono funziona, per un pò certo, ma non di più. Corvino è in Sud America e non tornerà a mani vuote. Servono giocatori, servono forze fresche, per non buttare via il bambino e l'acqua sporca. Oppure vogliamo fare come nel 1999, quando tale Fabrizio Ficini arrivò come salvatore della patria e se ne andò tra l'indifferenza generale? Ai posteri...