HALLOWEEN! E Mutu bussò alla porta di Mihajlovic...

31.10.2010 10:51 di  Stefano Borgi   vedi letture
HALLOWEEN! E Mutu bussò alla porta di Mihajlovic...

Nella notte di Halloween, Adrian Mutu bussa alla porta di Sinisa Mihajlovic. Non sappiamo se il romeno porterà in dote una zucca illuminata o si presenterà travestito da strega piuttosto che da vampiro, l'importante è che sia animato dalle migliori intenzioni e porti quel valore aggiunto che si richiede ai fuoriclasse come lui. Sono passati 9 mesi da quel 20 gennaio 2010 quando, dopo la vittoria in Coppa Italia contro la Lazio, Adrian venne trovato per la seconda volta positivo alla sibutramina. Da allora la Fiorentina ha subito una caduta a dir poco verticale fatta di sfortuna, torti arbitrali, prestazioni imbarazzanti, fino all'addio di Prandelli, la madre di tutte le disavventure viola. Poi gli infortuni, un mercato sbagliato e l'ultima notte brava del romeno dalla quale nesuno sentiva il bisogno. Per questo la Fiorentina non accetterà più nessun scherzetto, ma solo dolcetti da gustare sotto forma di gol, assist, carattere e personalità a piene mani, tutte qualità che Adrian Mutu può attingere dal suo repertorio grazie ad una classe "fenomenale".

Sarà una frase fatta ma Catania-Fiorentina non è una partita come tutte le altre. Non lo sarà per Juan Manuel Vargas che torna tra la gente che lo ha lanciato, che gli ha voluto bene, che (sono parole sue) lo ha adottato fin da subito, e per questo la locomotiva peruviana ha già detto che se segna non esulta. Ritorno alle origini anche per Sinisa Mihajlovic. Alle pendici dell'Etna lo riabbracceranno con affetto, quasi con devozione, ricordando sopratutto il miracolo della scorsa stagione quando prese un Catania agonizzante e lo portò ad una salvezza miracolosa. E non è una partita come tutte le altre nemmeno per la Fiorentina. Dopo due vittorie contro Bari ed Empoli, il famoso detto "non c'è due senza tre" viene spontaneo e la partita del Massimino giunge a proposito per dare la tanto agognata continuità di risultati, per rinpolpare una classifica ancora anemica e per svoltare finalmente una stagione fin quì deludente. Abbiamo detto dello stadio, intitolato ad Angelo Massimino, storico presidente del Catania dal 1969 al 1993. Noi vogliamo tornare indietro nel tempo, quando lo stesso stadio si chiamava "Cibali", un nome che ha fatto storia, tradizione, testimone di un calcio che non c'è più. E allora, come avrebbe urlato Sandro Ciotti, la Fiorentina scende a Catania alla caccia dei tre punti e sarebbe davvero "clamoroso al Cibali" se i viola fallissero l'obiettivo.