PARTITA DA OSCAR COSÌ LA CHAMPIONS ARRIVERÀ. ORA BATTERE LA ROMA
Una sfida da premio Oscar del pallone, chi ama il calcio non può che uscire soddisfatto dallo stadio Franchi nonostante il pareggio. Certe partite, di solito, si vedono solo in televisione e non appartengono al campionato italiano. La Fiorentina e il Napoli, più o meno come nell’andata, hanno giocato una gara straordinaria per intensità, qualità e mentalità, regalando emozioni, senza un attimo di respiro.
Quasi quaranta azioni da una parte e dall’altra sono la sintesi numerica, ma anche emozionale di un calcio che deve comunque soddisfare i tifosi della Fiorentina e, tutto sommato, anche la classifica: non si incontra il Napoli tutti in giorni.
E’ se è vero che adesso la Roma ha completato la rincorsa e raggiunto la Fiorentina, è altrettanto vero che mancano ancora undici partite, una squadra viola così, ritrovata d’incanto ai massimi livelli, non può avere paura di nessuno e può tornare a vincere con tutte le avversarie a cominciare proprio dalla squadra di Spalletti che incontrerà venerdì sera. Poi il calendario sarà in discesa, resterà solo la Juve, fra l’altro al Franchi.
Sousa è ripartito dalla squadra-base e dal modulo variabile 4-2-3-1 concedendo un turno di riposo a Bernardeschi e Ilicic, due fra in più stanchi di questi tempi. Mosse giuste, Tello nel primo tempo è stata una furia, Mati ha ricamato, costruito e lavorato per la squadra.
Il primo tempo della Fiorentina è stato impressionante per qualità e intensità. Fraseggi di prima, anche quattro passaggi consecutivi, un pressing ragionato e portato collettivamente con una grande intensità hanno impedito al Napoli di ripartire e ragionare.
Restano in mente i due legni di Kalinic (poteva fare meglio) e Tello (ha cercato una giocata da università del calcio), ma soprattutto l’errore di Alonso in coppia con Tatarusanu che ha regalato il pareggio il pareggio al Napoli, per maledire un pareggio che sinceramente nel primo tempo è stato molto stretto.
Il professor Borja Valero, decentrato sulla sinistra, centrocampista, attaccante e regista mobile è tornato a incantare e maledire la febbre inglese. Vecino e Badelj sono una coppia collaudato e armonica nel contenere e ripartire. La difesa protetta ha sempre giocato con concentrazione cercando l’anticipo su Higuain. Bene Gonzalo, ma benissimo Astori. Ha fatto il suo anche Roncaglia. E Alonso è cresciuto lasciando perdere il gol fatto e poi quello regalato. Insomma, una serata che ha riportato alla mente le migliori fiorentine della stagione, quelle che non vedevamo da un po’.
Nella ripresa il Napoli ha ritrovato un po’ di spazio e di idee (per i viola era impossibile giocare 90 minuti con l’intensità del primo), ma la Fiorentina nel momento di maggior sforzo degli azzurri non ha mai smesso di giocare e ripartire. In questa fase due straordinarie parate di Tatarusanu fanno il pari con i due legni del primo. Nella seconda parte la squadra viola ha provato anche a vincere, ha giocato con meno intensità, ma comunque grande personalità fino al novantesimo. Sousa ha provato anche vincerla con le sostituzioni (Berna al posto di Mati), ma il Napoli si é difeso con lucidità. Concludendo il Napoli ora è a tre punti dalla Juve, ma per me resta in corsa per lo scudetto: i bianconeri prima o poi caleranno.
La Fiorentina merita il terzo posto per il gioco e venerdì dovrà giocare con intelligenza pensando di fare risultato, ma senza scomporsi visto che ci sono ancora tante partite e la Roma non ha la personalità dei viola nonostante il filotto di vittorie dell’era Spalletti. Serata positiva, dunque, perché ora abbiamo la certezza che il periodo difficile della Fiorentina durato un mesetto è finito. Tutti sono tornati in forma.
A "benedire" è tornato anche Adv che ha superato l’amarezza per il comportamento di certi tifosi. Per me ha sbagliato a non venire nelle precedenti partite, non ha niente da nascondersi e nel calcio non serve fare il muso. I contestatori ci sono e ci saranno sempre in qualsiasi stadio, la soddisfazione di Adv deve essere l’aver costruito una squadra come quella vista in campo con il Napoli. E’ questo il suo biglietto da visita e non lo deve mai nascondere, anzi va sbandierato in faccia chi fa finta di non capire.