LE CONSEGUENZE DEL CAPOLAVORO, PERCHE’ LA LAZIO TIENE MILINKOVIC DA 8 ANNI? E STASERA ARRIVANO I CUORI AL FRANCHI

13.10.2022 10:35 di  Stefano Prizio  Twitter:    vedi letture
LE CONSEGUENZE DEL CAPOLAVORO, PERCHE’ LA LAZIO TIENE MILINKOVIC DA 8 ANNI? E STASERA ARRIVANO I CUORI AL FRANCHI

Quattro mosche di velluto grigio, così s’intitolava un film di paura di Dario Argento di qualche anno fa.

 Quattro pappine indigeribili al Franchi è invece un film più recente, ma sempre del terrore, alla cui visione sono stati costretti gli spettatori cinti di viola.

E ancora più terrorizzanti sono i numeri del primo scorcio di campionato della Fiorentina: 9 giornate, 153 tiri di cui 45 nello specchio della porta avversaria e  7 gol, la classifica già geme col suo 13° posto che se ancora non significa lotta per la salvezza poiché sono molte le giornate che mancano, di certo vuol dire archiviazione d’ogni illusione di poter fare meglio del settimo posto finale dell’anno scorso.

Restando nella metafora filmica, v’è una bella pellicola del regista Sorrentino, ‘ Le conseguenze dell’amore ’ che può far sovvenire una spiegazione possibile, le acque stagnanti in cui si trova la Viola sono la conseguenza del Capolavoro, dove per capolavoro si intende la vendita ad una cifra molto alta di Vlahovic alla Juve nel gennaio scorso,

Tale, un capolavoro appunto l’ha definita Commisso più di una volta e dietro a lui un codazzo acquiesciente e remissivo della libera stampa sportiva locale e nazionale e si ha pure il coraggio di parlare di stampa troppo critica e di biasimo eccessivo dell’opera della società.

‘Il puma e il grizzly’ così su un organo di stampa ha avuto il cuore di chiamare la coppia Kouame e Jovic, si, il puma e il grizzly e i poveri spettatori paganti dello zoo a goderne.

In uno dei tanti discorsi sentiti nelle discussioni calcistiche della nuova e stimolante RadioFirenzeViola ci si chiedeva come fosse possibile che una società come la Lazio riesca a trattenere Milinkovic Savic da otto anni, e Immobile da sei, calciatori con tante richieste e che se messi sul mercato avrebbero prodotto grandi plusvalenze, stesso discorso per il Napoli che negli scorsi anni ha saputo tenere giocatori molto forti.

La risposta più immediata potrebbe essere che sia Lotito che De Laurentiis, pur avendo una potenza economica neppure paragonabile a quella di un Commisso, sanno e vogliono far calcio, pensando che la crescita di un club, anche in termini di fatturato, passa attraverso l’innesco del circolo virtuoso del miglioramento dei risultati sportivi.

Intendiamoci, anche coi Della Valle la Fiorentina faceva le plusvalenze corpose, ma una volta ceduti i migliori, c’era un signore che coi soldi incassati reperiva sostituti all’altezza, un campione di competenza calcistica come Pantaleo Corvino che ha procurato plusvalenze per i suoi datori di lavoro e pure per chi è venuto dopo ( vedi Chiesa e Vlahovic).

Le plusvalenze, almeno nel calcio, sono uno strumento per migliorare la competitività sportiva e non un obiettivo come invece sembra si pensi oggi a  Firenze, dove ci si continua a vantare di aver venduto Vlahovic a 70 milioni di euro, il famoso capolavoro per poi affidare l’attacco al puma e al grizzly, senza nominare per carità di patria quel Cabral ormai ai margini del gruppo di Italiano che meriterebbe invece almeno una chance (stasera potrebbe esserci lui davanti?) come gli altri, anche solo per vedere se qualche organo di stampa non lo definisce il cobra o il gatto mammone o meglio ancora il panda mannaro.

Ma tornando al capolavoro e al perché alla Lazio o al Napoli non ne facciano  di capolavori simili: ebbene, pur avendo anche una minima conoscenza dell’ambiente biancoceleste, si provi  solo ad immaginare se ad esempio Lotito avesse ceduto Milinkovic o Immobile.

Si immagini se  il presidente laziale riceverebbe complimenti a josa o pernacchie a go go.

A Firenze invece va diversamente, anche se la Fiorentina vende l’attaccante forte e non prende sostituti pienamente all’altezza, in tanti gli fanno ancora i complimenti.

Ma per fortuna i gol della Lazio se li porta già via il vento, stasera al Franchi scendono i Cuori scozzesi: ‘ bisogna reagire- dice Italiano alla vigilia-  noi siamo così, archiviamo e ripartiamo, sappiamo dove sbagliamo, per noi la Conference è l’opportunità di tornare a fare bene da subito ', intanto i viola hanno ancora a che fare con gli infortuni che hanno caratterizzato in negativo l’avvio di stagione, Sottil è infatti tuttora indisponibile e così anche Quarta che si è rotto il naso.

Italiano dinanzi ai cronisti è poi tornato sul finale di gara con la Lazio che non gli va proprio giù.

Il mister viola  sembra più irritato per i gol presi dalla difesa che per i gol mancati dall’attacco, di lì quel suo sottolineare gli ultimi dieci minuti in cui la squadra ha preso appunto due gol dalla Lazio.

A  voler essere maligni ci pare che Italiano senta questa priorità forse perché la vulnerabilità dietro lo chiama in causa direttamente come allenatore  al quale sta in capo l’atteggiamento tattico e il rendimento della retroguardia, mentre la sterilità dell’attacco, poiché la squadra le occasioni se le costruisce anche in abbondanza, è semmai imputabile agli attaccanti e a chi li ha scelti dopo il capolavoro della cessione di Vlahovic.