FIORENTINA E INTER: DECLINAZIONI DIVERSE DI UN PRIMATO. SOUSA, IL FUORICLASSE CHE FA LA DIFFERENZA. NELL’ITALIA DEL CATENACCIO I VIOLA PROVANO A SFIDARE LA STORIA. MEDIA PUNTI DI 2,18 A PARTITA: UN RULLO COMPRESSORE. IN POLONIA PER IL RISCATTO
La Fiorentina è tornata in testa: “Ci abbiamo messo meno tempo stavolta…”. Testo e musica di Paulo Sousa. Parole pronunciate con quel sorriso sornione: “Speriamo di restarci a lungo…”. Il calcio è il mondo più imprevedibile che esista, troppe variabili in campo. Scoppia un problema al minuto e non sai mai come andrà finire. Oggi è impossibile stabilire se la Fiorentina possa lottare fino in fondo per lo scudetto o la Champions o l’Europa League, ma un punto fermo si può mettere: il primato nasce sulla razionalità di questa squadra e la sua affidabilità. E il fatto straordinario è che la Fiorentina, nonostante questa sostanza di regolarità e continuità, riesce a mostrarsi bella nel gioco, propositiva, offensiva, incline ad imporre la propria manovra e non a subirla. Questa è la straordinaria contraddizione della squadra viola. Una forma eversiva di intendere il calcio a questa latitudine.
Il primo posto è in condominio con l’Inter, cioè una formazione completamente diversa dalla Fiorentina.
Il primato in classifica ha proprio declinazioni diverse.
I nerazzurri hanno forti individualità - anche in senso fisico, chili e centimetri -, superiori alla Fiorentina, ma non hanno un gioco ben definito. Non si prendono responsabilità e rischi. Tendono a lasciare sempre la palla agli avversari, sperando in un loro errore per poi ripartire in contropiede.
Il vecchio gioco all’italiana: difesa di ferro e ricca ripartenza. Non è un caso che abbiamo vinto per 6 volte 1-0 visto che davanti la creatività è scarsa. Con la Roma, ad esempio, a portieri invertiti la storia della sfida sarebbe stata molto diversa. Ma siccome siamo in Italia, l’Inter con la sua manovra cinica e molto utilitaristica, diventa una seria candidata alla scudetto. Anche perché durante la settimana sta ad Appiano e non gira per l’Europa.
La Fiorentina è l’opposto: riesce comunque a prendere pochi gol (solo 9, appena 2 in più dell’Inter), ma spinge sul gas con una manovra avvolgente e convincente. Ha vinto 8 volte, perso 3 e mai pareggiato: quest’ultimo dato dovrebbe spiegare molto.
Pressing offensivo, marcature preventive, aggressività nel recupero palla e quando serve un fraseggio raffinato, prolungato e sfiancante per chi lo subisce, eredità del periodo montelliano.
In Italia col bel gioco è un’impresa vincere qualcosa, ma la Fiorentina ci sta provando. Sta cercando di sfidare la storia. Solo per questo andrebbe applaudita e incoraggiata.
C’è un’altra squadra con una mentalità simile: il Napoli di Sarri. Ma con una grande differenza: in attacco ha un fuoriclasse, Higuain. I destini del Napoli dipendono molto dal centravanti argentino. Mentre nella Fiorentina, il fuoriclasse - in attesa del ritorno definitivo di Pepito Rossi - è Sousa, il vero valore aggiunto. Il portoghese ha eletto il gruppo come leader - l’esordio di Lezzerini è illuminante in tal senso - e lo spogliatoio lo ha riconosciuto come guida indiscussa.
La Fiorentina va in rete in campionato da 18 partite consecutive - l’ultima volta che non ha segnato risale al 20 aprile 2015 (ecco un altro ponte tra Montella e Sousa) quando perse in casa (0-1) col Verona. In questo campionato ha segnato 22 reti (tre in meno rispetto alla Roma) e ha il secondo miglior reparto offensivo. Viaggia ad una media punti di 2,18 a partita, un rullo compressore: l’ideale proiezione di questa marcia proietterebbe i viola a poco più di 80 dopo 38 gare. Cifra che autorizzerebbe a fare sogni in grande…
L’unica lacuna, per adesso, è l’ultimo posto nel girone di Europa League: uscire in questa fase sarebbe uno smacco per società, tifoseria e calcio italiano. La Fiorentina è costretta a vincere le prossime tre partite, cominciando da giovedì in Polonia. Serve un riscatto immediato. L’Europa è utile per crescere ancora, portare in giro il marchio Fiorentina, quindi reperire risorse utili a rinforzare i viola.
I grandi club viaggiano a velocità sostenuta, per tradizione, in casa e all’estero. Non esistono vie di mezzo.
La proprietà sarà pronta a intervenire a gennaio, se la Fiorentina si troverà ancora così in alto in campionato: potrebbe essere un anno fantastico, mentre terribile sarebbe consumarsi nei rimpianti…