DI FRANCESCO UNA SCELTA LOGICA, SPALLETTI SAREBBE L’URLO DI BATTAGLIA: CHISSÀ SE LA FIORENTINA HA VOGLIA DI FARLA… NON RESTA CHE AGGRAPPARSI ALLA STORIA: AUGURONI GIANCARLO, CAPITANO DI SEMPRE
Sembrava che il campionato fosse finito. Voci e indiscrezioni come quando picchia la canicola e il mercato impazza all’inizio di luglio. Invece aprile è appena cominciato e questa sosta, prima delle ultime 9 partite, è stata l’esatta fotografia di quanto sia difficile per la società viola gestire un periodo da vuoto pnemautico. Al di là delle oneste dichiarazioni di rito, “crediamo all’Europa”, che vari viola hanno sparato nelle interviste di questi giorni, la realtà ti presenta un conto amaro: quelli che ci credono ancora sono dei panda da proteggere con tenerezza. C’è solo un sistema per capire se le sensazioni sono sbagliate: aspettiamo domani e vedremo come si comporterà la Fiorentina nella sfida col Bologna. Peseremo il furore agonistico e il risultato. Dopo sarà tutto più chiaro.
La rosa dei papabili alla panchina viola si assottiglia, se restiamo ai soliti nomi. Perché Corvino potrebbe avere un nome nascosto, lui è tipo da sorprese. E’ abile nei depistaggi, sono una sua vecchia tecnica. Quindi aspettiamoci di tutto. In attesa dell’imprevisto, rimaniamo sulla normalità. Eusebio Di Francesco resta in prima fila: non è ancora l’allenatore del domani viola, ma potrebbe avere buone chance per diventarlo. Sarebbe una scelta logica: tecnico in progresso, calcio offensivo, buona organizzazione della fase difensiva, con qualche anno di panchina alle spalle, buona postura e un passato da giocatore anche della Nazionale. Insomma, un taglio perfetto per la Fiorentina attuale.
Luciano Spalletti, invece, sarebbe l’urlo di battaglia. Il segnale della voglia di ripartire sul serio, il rilancio al tavolo del campionato. Gradino più alto di Di Francesco, per carriera ed età, quindi esperienza, allenatore estremamente ambizioso. A Roma, pur sapendo di non avere una squadra all’altezza della Juve, ha sempre parlato di scudetto, senza nascondersi. Sarebbe un uomo del territorio, con la “c” aspirata, abituato a vigne, cipressi e alla bellezza infinita di Firenze. Nello specchietto retrovisore qualche stagione da ragazzino nel vivaio viola, insomma il giglio sul petto lo ha già portato. Sì, Luciano Spalletti sarebbe l’urlo di battaglia che la piazza aspetta dai Della Valle. Una sorta di “noi ci siamo, Firenze è tornata”. Ma chissà se la società viola ha voglia di farla questa battaglia… Che peccato se ci rinunciasse. Sarebbe il segnale contrario, la resa.
In un frangente così delicato, ancorché apatico e di grande incertezza, non resta che aggrapparsi alla storia. Se non sappiamo da dove veniamo, non possiamo sapere dove andremo. I tifosi sanno perfettamente da dove vengono. Nella tradizione c’è un capitano unico, originale, cinghia di trasmissione del senso di appartenenza: Giancarlo Antognoni. Il collante di intere generazioni. E’ il primo compleanno da quando è rientrato nella Fiorentina. Tanti auguri Giancarlo, una vita a testa alta.