MERCATO, Comotto vuole Firenze
Brutt’affare avere la testa a Palermo, il cuore a Firenze, l’anima a Torino e i piedi a Milano. E’ quel che è successo a Gianluca Comotto, ieri. Una giornata intensa, frenetica, emotivamente coinvolgente, con un colpo di scena in serata a spezzare illazioni e a spiazzare intempestive indiscrezioni. No, Comotto non andrà a Palermo, malgrado un’offerta irrinunciabile (più di un milione e centomila euro netti, il doppio di quel che attualmente percepisce), pur se - da vincente qual è - sino all’ultimo oggi il presidente rosanero Maurizio Zamparini cercherà di convincere Comotto a cambiare idea.
IL PRESSING
Nel primo pomeriggio Comotto s’è recato a Milano, dove ha incontrato dapprima il presidente Cairo poi i dirigenti del Palermo. Senza tergiversare, i vertici granata hanno subito focalizzato il problema: caro Comotto, scegli liberamente. O vai al Palermo o resti al Toro. Un bel bivio, e nessun bacio a Firenze, nonostante anche i bambini della prima elementare abbiano compreso come dietro al terzino ci sia quella vecchia volpe di Pantaleo Corvino, ds viola.
IL DINIEGO
Comotto ha ascoltato Rino Foschi, ds del Palermo. Le lusinghe del sagace uomo-mercato di Zamparini l’hanno anche consolato un po’, dopo aver dovuto sopportare maldicenze e critiche ingenerose negli ultimi giorni. La proposta d’ingaggio, infine, gli ha tolto il fiato: bisogna essere tanto incoscienti oppure soltanto uomini a rinunciare a certe cifre. Quel triennale da oltre tre milioni e 300 mila euro gli avrebbe cambiato la vita:ma è principalmente per questo che Comotto ha avuto l’ardire o l’ardore di dire no. Tra pochi mesi diventerà padre, il suo è un piccolo mondo antico fatto di cose semplici: se fosse un mercenario come qualcuno l’ha dipinto nelle ultime ore, non avrebbe fatto fatica a vergare sul contratto del Palermo l’autografo più importante della sua esistenza. Invece dopo averci per ore pensato, a sera inoltrata Comotto ha detto no a Foschi e Zamparini.Ma anche grazie, e un timidissimo cercate di capirmi.
IL TRIANGOLO NO
Cairo non l’ha considerato, ma Zamparini, pur non arrendendosi ancora, ha ben compreso come dietro a Comotto ci sia la Fiorentina. I viola non offriranno mai gli stessi denari del Palermo, ma evidentemente non avrebbero alcuna difficoltà a migliorare significaticamente l’attuale ingaggio di Comotto. Firenze è la città della signora Marianna, la perla del difensore granata, e la Toscana è la terra dove la coppia intende mettere radici: giunto allo strappo col Toro (ed è bene ribadirlo: in questa brutta storia nessuno può pensare di non aver commesso errori e di essere immune da critiche) è chiaro che Comotto anteponga gli interessi personali a quelli economici.
L’ULTIMATUM
Il Torino ha accolto gelidamente il no del terzino, forse perché le abilissime manovre diplomatiche di Cairo sono riuscite a salvare il salvabile. In serata, grazie all’intesa con Zamparini, il patron ha posto le basi per l’ingaggio di Diana e Pisano (prestito con diritto di riscatto) e dopo mezzanotte sono giunte le firme alla presenza dei loro manager Tinti e Marronaro «L’amico Urbano mi ha dato la sua parola: Comotto o viene da noi oppure resterà al Toro - ha rivelato il presidente rosanero -. Io ci proverò sino all’ultimo perché Comotto è un obiettivo importantissimo. Il giocatore si era anche informato su Palermo con Corini, però poi ha rifiutato». Nel Palermo c’è la convinzione che Comotto abbia già un accordo verbale con la Fiorentina e che alla base della sofferta rinuncia a quel po’ po’ di ingaggio del Palermo ci sia l’interessato tifo della consorte. Sia come sia, dal bivio - in attesa di una obbligatoria riabilitazione mediatica e nello spogliatoio - Comotto è finito in un vicolo cieco.A meno che la Fiorentina oggi trovi argomenti convincenti acciocché Cairo possa cambiare idea.