MOURINHO, Sono il tecnico di uno "special club"
"Mourinho. Sono arrivato in un club speciale. Non ho mai dimenticato che credo di essere un grande allenatore. Ma voglio essere semplicemente Jose Mourinho, lo stesso di sempre, con le stesse motivazioni. Volevo lavorare in Italia, in una grande società. L'Inter mi ha dato l'opportunità di lavorare qui, è una sfida molto importante, e voglio ringraziare Moratti e Branca che mi hanno dato questa opportunità".
Cosa le ha chiesto Moratti?
"Di lavorare in sinergia con tutto l'ambiente, i giocatori, la società. Di iniziare un ciclo nuovo, dopo quello chiuso con un grande allenatore come Mancini. Rispetto il lavoro da lui svolto, io sono un allenatore diverso. Dopo poche settimane credo che potrò avere un vero e onesto rapporto con i miei giocatori. Io sono sicuro di lavorare molto bene, mi aspetto di ottenere risultati. Mi piace molto essere qui, in Italia e in una grande società come l'Inter. Sono l'allenatore di un club speciale".
Che acquisti chiederà?
"A leggere i giornali sembra che allenerò 60 giocatori. Io in realtà ne voglio 21 più tre portieri. Non ho bisogno di cambi drammatici nella squadra, tutti qui pensiamo di aver bisogno di due o tre giocatori per essere più competitivi. Io voglio avere la possibilità di cambiare un po' la filosofia calcistica. Ogni allenatore pensa in maniera un po' differente dagli altri. Non è vero che voglio comprare tutti i fuoriclasse d'Europa. Voglio tranquillizzare i miei giocatori, li chiamo così. La mentalità della squadra mi piace tantissimo, ho grande fiducia in questo gruppo. Difficile per me aspettare fino al 15 luglio, perché ho tanta voglia di lavorare con loro".
Che differenze con Londra?
"La mia famiglia ha vissuto a Londra in modo molto felice, è stata un'esperienza fantastica. Ho dato un piccolo contributo al calcio inglese, voglio fare la stessa cosa con quello italiano. La mia famiglia vivrà a Milano, senza famiglia io non lavoro. Sono felice di un'esperienza nuova per loro. I miei figli sono 'bambini del mondo', mia moglie è una persona fantastica che mi dà tutto ciò di cui ho bisogno. Mi dà grande tranquillità".
Cosa pensa della Champions League?
"E' il sogno di tutti. Almeno 11 squadre la vogliono vincere il prossimo anno, fra le quali 3 italiane, 4 inglesi, 1 tedesca e 3 spagnole. La terza spagnola è l'Atletico Madrid. La chiamo la competizione dei dettagli, perché sono quelli che fanno la differenza. Io quando l'ho vinta ho battuto il Manchester con un gol al minuto 90. Col Chelsea ho perse due volte, la prima con un gol che ne nessuno ha visto, la seconda per un rigore. Ho la tendenza a far bene in questo tipo di competizione, ho portato a casa una vittoria in Champions, due semifinali, una Coppa uefa".
Che differenze di gioco con Mancini?
"Prima voglio parlarne con i giocatori. La comunicazione è importante. La comunicazione termina sempre con la mia decisione, ma è importante comunque. Se possibile vorrei solo 21 giocatori in rosa, ma se sono di più in ritiro a Brunico non è problema. Voglio iniziare bene il lavoro dal primo giorno, ma non con tutto il gruppo. Chi ha fatto l'Europeo deve fare un po' di vacanza in più. Se Materazzi arriva dopo, va bene. Ora la mia seconda squadra, dopo il Portogallo, è l'Italia. Per cui mi va bene se Materazzi arriva una settimana dopo".
Intende portare qui dal Chelsea giocatori come Lampard o Essien?
"Io voglio sempre fare bene, voglio sempre vincere, anche se non si può. Credo che sia normale come conseguenza della relazione con i giocatori del Chelsea che quasi tutti loro vorrebbero lavorare con me in futuro, ed è lo stesso per me. Ed è normale che queste cose escano sui giornali. Ma noi abbiamo bisogno di 21 giocatori, non di 30. Ma non dirò alla stampa chi sono i giocatori che vogliamo. Se il Chelsea comunque vuole vendere...E' sempre un gioco, fra chi vuole comprare e chi deve vendere. Questo è il lòavoro di Branca, Marco sa chi voglio".
Cosa pensa di Adriano e degli altri giocatori che cercano la conferma?
"Adriano...penso che come minimo questo è segnale che i miei occhi sono aperti, voglio andare in Brasile per vedere la partita con l'Argentina, per parlare con i miei argentini e i miei brasiliani, e se Adriano gioca...bene per me. Potrò valutare il suo stato di forma. Dunga può essere felice di questo, perché potrebbe essere una motivazione in più per Adriano. Ma questo deve valere per tutti i giocatori dell'Inter. Crespo in questo può essre mio 'amico', passare un messaggio positivo in questo senso perché mi conosce. Chi è con me, chi lavora, gioca. Io sono un allenatore onesto con i miei giocatori. E' facile lavorare con me per chi si impegna, difficile per chi è pigro".
Come cambierà tatticamente la squadra?
"Mi piace un modulo in particolare ma mi piace anche adattarmi alle esigenze. Sono un allenatore di campo. Ho 45 anni, ma non voglio fare il dirigente in futuro, quando ne avrò 60, voglio continuare finchè possibile a lavorare con i giocatori".
Qual è la vera sfida?"Competere veramente su tutti i fronti, che sono 4: campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa. Io e il mio staff sappiamo quello che facciamo, nel Porto abbiamo vinto tutto. Col Chelsea 3 su 4. Ho la metodologia ideale per questo, per avere cioè una squadra che può mantenere un livello alto in tutta la stagione. Di solito le mie squadre sono forti dal punto di vista mentale, fondamentale per arrivare in fondo ad ogni obiettivo.
Come fare? Che valori ci vogliono?
"Dimenticare ciò che si ha già vinto, la storia. Dobbiamo iniziare un nuovo ciclo".
Ancelotti è adatto per il Chelsea?
"Carlo è un grande allenatore, Chelsea è un grande club. Abramovich ora ha un'esperienza di calcio migliore di quando ha iniziato la sua esperienza col Chelsea, non ha bisogno di consigli. Continuo a tifare per il Chelsea e auguro il meglio al suo nuovo allenatore. ma se lo affrenteremo in Champions...non conosco nessuno".