EVERTON, «Caramelle» d'assalto
Articolo scritto da Marco Conterio
Fonte: La Nazione
"E' fantastico essere quarti con cinquanta punti a febbraio". Parola di David Moyes, il tecnico dei miracoli dell’Everton che lunedì sera ha sconfitto 2-0 il Manchester City di Eriksson al City Of Manchester Stadium, proprio dove si terrà la finale della Coppa Uefa. Yakubu al 29’ su cross di Cahill e Lescott al 37’ su traversone di Carsley, decidono una gara dominata per tutti i novanta minuti dai Blues di Liverpool. Nel post-partita, il tecnico dei Toffees si sofferma anche sui prossimi impegni della squadra: «Abbiamo dei match tanto importanti quanto difficili ad attenderci, a partire da quello contro il Portsmouth di domenica prossima».
L’EVERTON intanto si gode il suo quarto posto in Premier League: 50 punti, 5 in meno del Chelsea, 3 in più del Liverpool (entrambe con una gara in meno) e dell’Aston Villa. L’entusiasmo è palpabile in casa dei Toffees (letteralmente caramelle, dal nome delle mentine di Everton vendute in un negozio di dolciumi vicino al campo di gioco) trascinati dalle prestazioni esaltanti del collettivo guidato da Moyes che ha in Yakubu il suo cannoniere principe: 16 le reti realizzate tra Premier, FA Cup, Coppa di Lega e Uefa per il centravanti nigeriano, prelevato dal Middlesbrough per la cifra record di 11,25 milioni di sterline. Yak, con il Boro, ha disputato la finale di Uefa del 2006, in tandem con l’australiano Viduka.
L’ALTRO marcatore di lunedì, Joleon Lescott, è un bomber atipico: difensore centrale classe ’82, è già al sesto sigillo stagionale in Premier League, al quale si somma anche un gol europeo. Fabio Capello, neo allenatore della nazionale inglese, si è subito accorto delle sue grandi capacità e lo ha convocato per l’amichevole contro la Svizzera. Lescott e Yakubu, decisivi contro i «Citizens» lunedì sera, sono gli uomini simbolo di un Everton che, per molti motivi, è una squadra molto simile alla Fiorentina: vuole arrivare in fondo in Uefa e punta dritto al quarto posto nel campionato, affrontando a viso aperto e senza timori reverenziali le grandi d’Inghilterra.