TRE SU TRE
Ieri sera si è concluso il Mondiale della Serbia, e conseguentemente anche quello del centrale serbo Nikola Milenkovic. Il classe '97 della Fiorentina, come vi avevamo anche anticipato già un mesetto fa su queste pagine, era partito alla volta della Russia con grandi speranze di ritagliarsi delle fette di spazio, ma probabilmente neanche lui stesso avrebbe mai potuto pensare che sarebbe divenuto un titolare inamovibile. E non è tanto per dire: Milenkovic ha giocato tutte e tre le partite della sua nazionale nel raggruppamento, ma soprattutto non ha mai lasciato il terreno di gioco neanche per un istante: 270 minuti su 270. Non male alla prima vera esperienza in assoluto nella prima squadra della sua Nazionale.
Ed è riuscito anche a lasciare un segno ben visibile sulla competizione, disputando una rassegna intercontinentale di ottimo livello, macchiata solo da un mezzo errore sul gol di Thiago Silva che ieri sera ha chiuso i conti, anche se il gigliato in realtà altro non ha fatto che provare a rammendare un errore del compagno Veljkovic - il preposto alla marcatura a uomo su Silva - fallendo però nell'intento. Per il resto pochissime sbavature, sia in fase difensiva che quando ha avuto il pallone tra i piedi: di ieri sera la sua prestazione meno precisa in fase d'impostazione, ma che ha visto comunque un ottimo 88,9% di passaggi riusciti su 45 tentati.
L'avventura è già finita, ma per Milenkovic è tutto di guadagnato, come ha confermato lui stesso nelle dichiarazioni rilasciate al termine della sconfitta di ieri sera. "Mi sono sentito bene, non ti capita tante volte nella vita di giocare contro il Brasile: a me è successo a 20 anni...". Come dargli torto, e come non notare un atteggiamento di piedi ben saldi per terra da parte di un ragazzo che già prima del Mondiale aveva incassato la fiducia del suo ct Krstajic, e che l'ha saputa ben ricambiare sul terreno di gioco ma che rifugge dai paragoni pesanti con un profilo storico come Vidic.