NICO E UN RENDIMENTO INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALL'IMPIEGO
È stata una stagione complicata, quella di Nicolas Gonzalez. Inizialmente condizionato dai problemi fisici - sino a gennaio l'ex Stoccarda ha preso parte appena al 36% delle gare - , non ha di fatto mai spiccato il volo né replicato anche solo in parte le prestazioni offerte al suo primo anno a Firenze. Di mezzo, pure le voci di mercato che in inverno lo volevano oggetto del desiderio del Leicester. Se vogliamo, possiamo aggiungerci i mal di pancia dovuti alla non convocazione al Mondiale, causa infortunio.
Sta di fatto che dal giocatore più costoso in rosa era ed è lecito attendersi (molto) di più, specie a fronte di un'annata ricca di partite importanti. "È ora che conta l'argentino, sono le partite come quella col Basilea che devono vedere i migliori fare la differenza" ha dichiarato Antonio Di Gennaro a Radio FirenzeViola. Come dargli torto? Vincenzo Italiano lo sa, non per nulla ha puntato incessantemente su Nico dalla metà di gennaio, riservandogli la panchina giusto tre volte, con Torino, Cremonese e Spezia.
Eppure il classe '98 ha risposto presente a "singhiozzo", manifestando una discontinuità di rendimento inspiegabile quanto consapevole, considerate le sue dichiarazioni alla vigilia del quarto di Conference League a Poznan: "Vediamo se riesco ad essere quel Nico Gonzalez che quando è arrivato qui faceva la differenza". La Fiorentina, che adesso lamenta un comprensibile calo psicofisico, necessita dei colpi del suo fuoriclasse. Dunque, Nico, se ci sei batti un colpo: l'ora è propizia, in estate, poi, si vedrà.