LADDOVE PROBLEMI NON CE NE SONO
"Laddove osano le aquile", così recitava il titolo di un celebre film di guerra degli anni ‘60. Forse per taluni lui non sarà un’aquila (del resto siamo nella terra calcistica che ha visto e goduto i Sarti, Toldo, Frey), tuttavia Pietro Terracciano il campano, è nato vicino a Caserta ed ha ascendenze irpine (è quindi un lupo delle verdi montagne). Pietro Terracciano si diceva, sta laddove problemi non ce ne sono.
Spieghiamoci: la Fiorentina, sebbene veleggi in zone alte e insperate della classifica, ha problemi evidenti ed annosi in attacco, i suoi centravanti sono stitici, ansiosi, specialmente Nzola. A centrocampo le cose vanno decisamente meglio, ma molto del merito va ad un ragazzo di 34 anni, con 359 partite in A che stan lì come tanti chilometri ad usurarne il motore, per ora la fatica non si vede sul volto di Bonaventura che vive uno splendido inverno della sua carriera, lui corre, segna splendidi gol, supplisce spesso alle carenze dei titolari dell’attacco, ma prima o poi s’imporrà alla Fiorentina la necessità inderogabile di individuare un erede di questo calciatore tanto prezioso che agli inizi della sua carriera sembrava a tutti un buon giocatore, ma nessuno, o quasi, prevedeva il fenomeno che sarebbe diventato scollinate le trenta primavere. Detto dei crucci della squadra viola, torniamo dalle aquile e dai lupi, là tra i pali assieme a Terracciano.
Eppure per taluni la squadra viola aveva un problema portiere, ma ci ha pensato lui, che ha l’imprinting nel nome, Pietro da pietra, facendosi canna che si piega per lasciar passare la piena delle critiche, senza spezzarsi, senza infradiciarsi, a testa bassa partita dopo partita, giovandosi del nuovo preparatore dei portieri ingaggiato dal club, quel Marco Savorani che sembra aver donato al già sicuro e continuo Terracciano, maggiori sicurezza e continuità. Sicurezza e continuità con qualche spruzzatina di miracolo.
Già perché il portierone viola non disdegna di salvare la porta con interventi che valgono le reti che i suoi compagni attaccanti non fanno.
Adesso sono in pochi o comunque meno di prima i detrattori di Pietro Terracciano che non viene neppure granché insidiato dal suo vice di quest’anno, il povero Christensen che non sembra davvero poter insidiare la solida titolarità di Terracciano. In fondo è piacevole non dover sempre parlare e scrivere di problemi.