PALOMBO, Bello tornare a Firenze da primi in classifica
«Tornare a Firenze è sempre un déjà vu; da primo in classifica però è una novità. Sarà bello, farà un effetto speciale, soprattutto davanti a tanti amici». In riva all’Arno, Angelo Palombo ha lasciato un ricordo particolare e parecchi estimatori. Era un ragazzino, ha esordito in Serie A, è divenuto calciatore e avrebbero fatto carte false per rivederlo in viola. «A Firenze torno sempre volentieri: stavolta spero di fargli uno scherzetto ai miei amici. La Fiorentina mi avrebbe voluto? Le voci fanno piacere ma ho firmato qui. E ho detto tutto». Qui, alla Sampdoria, si vola. Primi in classifica a punteggio pieno dopo quattro giornate, il capitano ci ha preso gusto: «Spero di vincerle tutte. So che non sarà possibile, ma comunque ci proveremo a far sempre bene così. Ad essere sincero non ci avrei scommesso una lira su una partenza così. È stato come uscire in mare e prendere un bel branzino: di sicuro una grossa sorpresa, anche per il sottoscritto».
Lo Scudetto. Un avvio simile ha spesso fatto rima con Champions League. Lo dicono i numeri, lo dicono le statistiche, anche se Palombo resta ben saldo a terra. «Lo Scudetto? Ah… - sorride compiaciuto il mediano blucerchiato in conferenza stampa a Bogliasco -. Intanto spero che i numeri abbiano ragione, vorrebbe dire che il prossimo anno giocheremo in Coppa Campioni… Sappiamo che il campionato è ancora lunghissimo e siamo consapevoli come nel calcio le situazioni possano cambiare da un momento all’altro. Noi dovremmo essere bravi a vivere questo primato serenamente, giocare ancora più tranquilli senza montarci la testa. Ci godiamo questo momento insomma, che ci stiamo meritando appieno».
Le cene. Il gruppo, la coesione dello spogliatoio, i pranzi e le cene in compagnia. Dietro al Doria più vincente di sempre ad inizio stagione, ci sono retroscena culinari da Samp d’oro. «Sì andiamo spesso a cena insieme - ammette Angelo -, ma questo è normale tra ragazzi che stanno bene; a tutti fa piacere e non può essere altro che un buon segno. Carmine, il ristoratore, mi racconta della Sampdoria di Vialli e Mancini: direi che siamo abbastanza distanti da quel tempo là, forse c’erano meno concorrenti per lo Scudetto o almeno c’erano ma non erano così forti. A parte tutto, siamo un gruppo unito e tutti stiamo facendo benissimo. Forse il fatto di volerci riscattare di errori passati, di qualche record negativo, ci ha dato la forza di abbatterne uno in senso positivo».
La Viola. Proseguire al “Franchi” avrebbe il gusto dell’impresa epica: «Noi dobbiamo andare in campo e fare bene, nel rispetto dell’avversario, senza sottovalutarlo. La Fiorentina è tanti anni che fa bene, ha grandi giocatori e sarà ancora più difficile strapparle punti perché vorranno prendersi quello che hanno perso. Ripeto, solo giocando come abbiamo fatto sinora potremmo uscire con un risultato positivo». In casa Prandelli, il periodo non è dei migliori: querelle societarie, caso Mutu e difficoltà sul prato verde, il numero 17 della Samp prova a indicare la strada: «Dovremmo essere bravi a sfruttare le loro debolezze, andare là e giocarci la partita. Quando inizi con qualche polemica, l’ambiente si condiziona inevitabilmente. In tal senso, potremmo avere un vantaggio psicologico: Genova è più serena di Firenze, lì sono quasi asfissianti, si sta bene ma c’è un clima diverso, non è bello quando ci sono momenti di difficoltà. Abbiamo grande rispetto per loro ma paura no, non l’abbiamo di nessuno».
La cattiveria. Paura, forse, dovrebbero averla gli altri, gli avversari di questa Sampdoria che oltre alla vetta, è annche la squadra che ha segnato di più: 10 gol in 4 partite. «Ma, secondo me - obbietta Palombo - dovremo migliorare in fatto di cattiveria. Sottoporta facciamo meno di quello che potremmo fare. Però c’è da dire che se trasformassimo in rete tutte le occasioni che creiamo finiremmo sempre 10-0. Scherzi a parte, è uno scalino che dobbiamo provare a superare». «Questo - continua il capitano - sarebbe importantissimo anche per me, fare qualcosa di più dal punto di vista dei gol. Sono migliorato tanto è vero, quest’anno sta andando benino, ma devo provarci ancora di più. Anno per anno miglioro, in questi ultimi tempi ho lavorato per migliorare, non sono nato col talento di Antonio. Mi serve più convinzione, bisogna prenderci gusto. La convinzione fa tanto».
Il dentice. La convinzione serve per raggiungere l’obbiettivo stagionale. Quale? «Innanzitutto rimanere lassù il più possibile, mettere fieno in cascina e poi vivere giornata per giornata come abbiamo fatto sino ad oggi. Sulla carta abbiamo affrontato formazioni meno forti, ma è li che forse si rischia di più. Di sicuro Fiorentina e Inter sono due grandissime squadre, saranno due bei test, che ci devono dare stimoli maggiori per capire dove possiamo arrivare». Anche perché, anziché un branzino, «pescare un bel dentice un po’ più grosso proprio male non sarebbe…».