"TUTTI PER UNO, TUTTI PER BORGONOVO", Il cuore di Firenze batte per lui

08.10.2008 00:00 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

Solo chi non conosce Firenze nelle sue pieghe più intime può sorprendersi per quello che succederà stasera dalle parti del Campo di Marte. Non si tratta di miracolo e neppure di evento straordinario bensì è il cuore di una città che batte e si muove per Stefano Borgonovo. Com'è strana la vita, Stefano nasce il 17 marzo 1964 a Giussano, patria di Alberto, condottiero lombardo simbolo di forza e di libertà. La vita di Stefano, per una beffarda legge del contrappasso, è invece legata ad un letto, sorretta da macchinari sofisticatissimi e la sua forza si chiama Chantal, la meravigliosa compagna, che lavora giorno e notte affinchè quella piccola fiammella si trasformi in un fuoco di speranza. Al resto ci pensa lui, Borgo-gol, che scrive e comunica con gli occhi, che in camera ha un solo quadro, quello che raffigura la curva Fiesole, che stasera riceverà l'abbraccio di tanti amici ed ex-colleghi ma sopratutto della gente comune. Stefano Borgonovo arriva alla Fiorentina in prestito secco dal Milan nel 1988. A Firenze, all'epoca, siedeva sulla panchina un signore distinto, Sven Goran Eriksson, mentre in mezzo al campo lo attendeva lo sconfinato talento di Roberto Baggio con il quale formò, di lì a poco, la celeberrima B2.

Stefano quell'anno giocò 30 partite, realizzò 14 gol, due dei quali splenderanno per sempre di luce propria. Era il 15 gennaio 1989 e Borgonovo affonda i nemici storici della Juventus con un gol al 90', di testa, su azione di calcio d'angolo. E pochi giorni dopo, il 12 febbraio, si replica contro l'Inter dei record, stavolta all'85', e a farne le spese furono lo zio Bergomi e Walter Zenga, impotenti davanti a tanta furbizia e rapidità. Stefano a fine anno fece ritorno alla casa madre (il Milan) per poi ripresentarsi a Firenze due anni dopo, riacquistato a furor di popolo da Mario Cecchi Gori. Ma ahimè, Stefano non era più lo stesso, complice un grave infortunio patito con la maglia rossonera, e in due campionati disputerà 37 partite con appena 4 gol. Il 17 maggio 1992 Borgonovo si esibirà per l'ultima volta davanti ai propri tifosi e sarà un canto del cigno in grande stile. Tre gol al Napoli, la corsa a braccia alzate sotto la Fiesole, e un arrivederci a stasera con quello sguardo che vale più di mille parole.