IL MARATONETA, Prandelli sine die
Archiviata la pratica Cagliari e con in tasca la quasi matematica certezza della partecipazione alla Coppa Uefa, il popolo viola sposta la propria attenzione dal manto erboso del Franchi alla Fiorentina che verrà. Se il mercato non ha ancora i crismi dell’ufficialità e se alcune pedine importanti dello scacchiere viola sembrano sempre più in procinto di lasciare Firenze, almeno una certezza fa dormire ai tifosi sonni tranquilli: Cesare Prandelli. La notizia del rinnovo contrattuale fino al 2011 ha confermato, anche ai più scettici, che questo è, e sarà, l’allenatore della Fiorentina del futuro: in questo week-end un attimo si sono dissipati i “si dice”, gli “ho sentito dire”, gli “un amico mi ha detto” che veleggiavano su Firenze come le leggende metropolitane dei coccodrilli albini nelle fogne di New York. Prandelli quindi a vita o quasi, in una sorta di promessa di lungo termine che nessun allenatore si è mai sognato di fare prima d’ora a Firenze ed alla Fiorentina. I tifosi possono perciò dormire sonni tranquilli: il mister, che nei suoi due anni alla guida dei gigliati ha dato equilibrio e continuità alla squadra, è una vera e propria garanzia che il progetto dellavalliano di scalata ai vertici del calcio italiano continua e non si ferma nonostante le bizze di qualcuno. L’apporto del mister in questi due anni è stato fondamentale. Ha saputo sempre tenere alta la concentrazione nello spogliatoio, ha stroncato sul nascere qualsiasi critica nei confronti della squadra, ha difeso i “suoi” ragazzi e ha trovato per loro motivazioni, certo non facili da scovare in un’annata in cui l’handicap iniziale di –19 pesava come un macigno. Per tutto l’anno ha sempre definito il suo contratto una mera formalità, perché le priorità erano altre, ed oggi, a giochi praticamente fatti, si è dimostrato di parola. Il “mago di Orz” è un allenatore in grado di valorizzare al massimo gli attaccanti della sua rosa, infatti sotto la sua guida, tanti bomber hanno vissuto le migliori stagioni delle rispettive carriere: da Gilardino ad Adriano fino allo stesso Mutu. Se Luca Toni deciderà di cercar fortuna lontano dalla Torre di Maratona, Firenze sa che il mister sarà in grado di plasmare il gioco della squadra al fine di renderlo il più congeniale possibile alle caratteristiche del nuovo numero 9. Per dar vita ad un ciclo, ad una lenta ma decisa e costante marcia di avvicinamento a traguardi importanti e prestigiosi, occorre una società sana, bravi dirigenti, calciatori giovani, innesti mirati e di livello ma, soprattutto, un mister che decide di legare la propria vita professionale ad una piazza per un congruo lasso di tempo. A Firenze, finalmente, abbiamo tutto questo.
S.G.