OCCHI PUNTATI SU... Montolivo, tra contratto e "motivazione"

13.09.2010 00:00 di  Stefano Borgi   vedi letture
 OCCHI PUNTATI SU... Montolivo, tra contratto e "motivazione"
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Immodestamente avevamo provato a scriverlo, giusto lunedì scorso. Si era all'indomani delle parole di Corvino ("il rinnovo di Montolivo? Siamo d'accordo su tutto. C'è una differenza di 100.000 euro...") e delle risposte di Branchini: "Nel frattempo si è verificata un'evoluzione. Il rinnovo per cinque anni sarebbe una scelta assoluta, ed è giusto che il giocatore ci pensi bene". Situazione complicata, sospesa, di difficile lettura. Contro il Lecce auspicavamo, quindi, un turno di riposo per Montolivo. Così, per far passare (quantomeno attenuare) la bufera. Ahimè, avevamo ragione. L'esperienza ci ha insegnato che i cosiddetti "periodi di riflessione" (un pò come succede tra fidanzati, avete presente?) nascono  sempre da un terzo incomodo. Non è per forza una questione di soldi, anzi... per una volta il dio denaro potrebbe scendere in secondo piano. Si tratta, più facilmente, dell'occasione della vita sulla quale è doveroso prendere tempo, valutare con calma, pensarci bene... appunto. Intanto però c'è anche da scendere in campo, c'è da portare una fascia di capitano, onorare una maglia che ti ha reso famoso. C'è, sopratutto, da rianimare un ambiente intristito dallo "tsunami" Prandelli, nel quale si è avventurata la navicella Mihajlovic.

Riccardo Montolivo, storicamente, ha sempre avuto difficoltà a disputare tre partite in otto giorni. Lo diceva lo stesso Prandelli: continuità, personalità, costanza di rendimento, ecco il vero tallone d'Achille di "monto". Venerdì 3 settembre in Estonia (75' di buon livello), martedì 7 a Firenze contro le Far Oer (90' facili facili, ma un insieme di emozioni davanti al proprio pubblico), domenica 12 a Lecce (ancora 90', semplicemente inguardabili e la responsabilità, piena, sul gol subito). Troppo, davvero troppo per uno come Montolivo. Troppo, sopratutto, per chi non c'è con la testa, per chi sa di aver deciso e non può dirlo, nemmeno a se stesso. Per questo speravamo in un turno di riposo, un pò di sana panchina che lo aiutasse a riflettere, a valutare appieno le sue indecisioni. Eppure non era difficile: Zanetti-D'Agostino copppia di centrocampo, Ljiaic dietro Gilardino ed il gioco è fatto. Ma tant'è... La partita di Montolivo è stato un concentrato di abulia e indolenza, imprecisione e approssimazione, disinteresse e pressappochismo per tutto ciò che gli accadeva attorno. Ci ha ricordato il talento sperduto che vagava per il campo prima di quel famoso Fiorentina-Liverpool, quando la carriera di Riccardo decollò improvvisamente, spargendo l'illusione di aver trovato il "todocampista" perduto dai tempi di Dunga.

Considerazione finale: c'è il rischio che Riccardo precipiti in un pericoloso limbo. L'impressione è che il guanto ideale del ragazzo fosse la Fiorentina di Prandelli, che oggi Montolivo sia un gradino sopra alla Fiorentina di Mihajlovic, ma che allo stesso tempo non sia (e temiamo non lo sarà mai) al livello delle squadre che lo stanno tentando. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: al momento non c'è motivazione (si, quella che vorrebbe comprare Corvino), non c'è la voglia di combattere per la maglia viola, ma quel che è peggio...non c'è personalità e (forse) nemmeno la qualità necessaria per salire la scala della gloria. Ora tocca a lui  smentirci, dimostrare che ci stiamo sbagliando, perchè tra voglia di nuovo e mancanza di stimoli si può rimanere schiacciati. Montolivo e la Fiorentina sono nel mezzo ed il rischio è che non si salvi nessuno dei due.