EX PRES.AREZZO A FV, Pasqual puledro di razza
Manuel Pasqual ha iniziato bene l'annata. Non solo per il cross che ha consentito ad Alberto Gilardino di segnare il primo gol della stagione, ma anche per una ritrovata vitalità e coscienza nei propri mezzi. D'altronde che Pasqual i mezzi li avesse era risaputo, alla prima in A sembrò di poter spaccare il mondo, poi, con l'andare delle partite si spense. Adesso, grazie anche alla verve ritrovata di tutta la squadra, Pasqual sembra un altro, o meglio, è tornato ad essere quello che era. A questo proposito, Firenzeviola.it ha sentito in esclusiva lo scopritore del giocatore Pasqual, Piero Mancini, presidente dell'Arezzo in cui millitò dal 2002 al 2006, anno in cui arrivò in viola. Queste le sue parole: "Pasqual è sempre stato un bravo ragazzo, uno di quelli che vorresti come mariti di tua figlia. E forse questo lo ha penalizzato un pò nella spietata concorrenza che c'è nella Fiorentina.
D'altronde, si sa, per giocare a pallone si deve essere anche smaliziati. Lui è un ragazzo d'oro, assomiglia a Ranocchia per il modo in cui va in campo e soprattutto per il modo in cui approccia agli allenamenti. Arrivò da noi che aveva sedici anni e già allora era timido, arrivava al campo mezz'ora prima e andava via mezz'ora dopo. Era un ragazzo veramente fantastico e volenteroso. Io l'ho sempre paragonato ad un puledro di razza perchè quando correva sulla fascia, a testa alta e con quell'andatura elegante, mi ricordava i puledri quando galoppano. Ad Arezzo, mi ricordo, si trovò subito bene e noi con lui idem. Gli auguro tanto perché è un ragazzo fantastico e, particolare da non sottovalutare, di terzini come lui in Italia, con la sua tecnica, non ce ne sono"