DS CROTONE A FV, CECCHERINI SARÀ TITOLARE. ECCO COME È NATA LA TRATTATIVA
Quest'oggi Federico Ceccherini si è presentato ufficialmente per la prima volta ai suoi nuovi tifosi e all'ambiente della Fiorentina. Arriva a Firenze dopo due anni da titolare assoluto al Crotone giocati anche a buoni livelli, nonostante la retrocessione patita nello scorso campionato dai calabresi. Per provare a conoscere ancora meglio il neo-difensore gigliato, FirenzeViola.it ha contattato in esclusiva il ds del Crotone, Giuseppe Ursino.
Direttore, ci aiuta a ricostruire l'affare? Dalle parole del ragazzo sembrerebbe essere stata una trattativa-lampo...
"No, non lo è stata. In origine c'è una promessa che avevamo fatto l'estate scorsa al ragazzo. Aveva ricevuto offerte ma è rimasto da noi un altro anno dopo avergli dato la parola che l'avremmo venduto a fine stagione. Perché rispettiamo le promesse. Con la Fiorentina nasce tutto dal termine dello scorso campionato, quando andai a Milano per la prima volta e incontrai Corvino che mi parlò del fatto che voleva il calciatore. Da lì è nato un tira e molla prima di riuscire poi a chiudere grazie ad un'accelerata finale. Il ragazzo poi, appena ha saputo che poteva venire a Firenze, non ha esitato un attimo".
Che ruolo potrà ritagliarsi in maglia viola?
"È capace di giocare da centrale indifferentemente sia in una difesa a tre che in una linea a quattro. Ma volendo può giocare anche su entrambe le fasce, se si usano i terzini bloccati. Le sue doti migliori sono l'aggressività e la capacità nel gioco aereo, ma non solo: ha sempre voglia di far bene e si allena a duemila. Credo proprio che si conquisterà un posto da titolare".
Il ragazzo peraltro ha già frequentato in parte anche la Nazionale...
"Sì, anche se su questo punto tutto dipende da quanto spazio riuscirà a trovare a Firenze. Una volta però l'ho paragonato a Barzagli, e confermo: sulla marcatura e il lavoro sull'uomo ce ne sono pochi come lui in giro".
Se dovesse parlarci di un suo limite, invece?
"Per alcuni è un po' legnoso in impostazione ma per me non è affatto così. Anzi: da noi è stato abituato a venire in avanti con la palla tra i piedi ed anche ai cambi gioco, un vero e proprio marchio di fabbrica dei nostri allenatori".