SA SOFFRIRE E VINCERE: È GRANDE FIORENTINA. ORA LA COPPA ITALIA DIVENTA UN OBIETTIVO
La flessione, che c’è stata, è ufficialmente finita: la Fiorentina in tre giorni è tornata quello che è nella realtà, cioè una grande squadra. Con buona pace di tutti coloro che tentano inutilmente di ridimensionarla, dimostrando mentalità perdente e imbarazzante grettezza. La squadra di Montella in campionato fa tremare le big, in Coppa Italia espugna con notevole sofferenza il Friuli, ma conquista i quarti di finale e lancia la sfida alla Roma. Formula demenziale, sarà ancora gara secca: servirà dunque un’impresa ancora più esaltante di quella di ieri.
Il successo contro l’Udinese certifica dunque la guarigione definitiva della formazione di Montella dopo gli sbandamenti evidenziati contro Torino, Sampdoria e Roma. Piccole defaillance che comunque non hanno compromesso il meraviglioso inizio di stagione viola. Udine ci consegna delle fotografie che garantiscono sulla vitalità della squadra, sull’unità di intenti all’interno del gruppo, sulla leadership assoluta di Montella.
In ordine sparso registriamo: Mati Fernandez che continua a giocare con volto tumefatto e sanguinante (non pensa neanche un attimo ad abbandonare il campo), Valero che ha un intelligenza veramente fuori del comune e si conferma uomo decisivo anche sottoporta, Jovetic che entra dalla panchina e non si risparmia. Negli ultimi minuti, per fronteggiare la spumeggiante Udinese, JoJo ha fatto la spola tra l’area nostra e quella avversaria. Uno Stevan alla Cavani, in pratica, uno Stevan leader e non primadonna. Se compie anche questo upgrade, può entrare nei primi cinque del mondo. Jovetic, generoso ed uomo squadra, si becca anche un ammonizione per una sana sportellata sulla trequarti che stronca un’azione potenzialmente pericolosa. Vuol dire che ci crede, vuol dire che è coinvolto.
Sorvoliamo - è meglio - sulle sue recenti dichiarazioni, ce ne occuperemo più avanti. Perché ci sono rimaste un po’ attraverso. Una cosa sia chiara: Firenze non tollererà lo stillicidio a cui abbiamo assistito nelle scorse settimane, i Della Valle metteranno paletti insormontabili. Non alla sua cessione futura, bensì alla sua destinazione: mai alla Juve. Jovetic sia un uomo tutto d’un pezzo e non si faccia imboccare da altri.
Ma torniamo al sacco di Udine. La difesa con Neto sembra aver ritrovato la sua sicurezza e la sua affidabilità, davvero grandiosa. Gonzalo puntuale in chiusura, Roncaglia è diventato uno dei giocatori più imprescindibili della Fiorentina. Raramente si vede un difensore concentrato e cattivo per novanta minuti come lui. Neto è una scoperta: sarà uno stimolo costante al recupero della forma migliore di Viviano. La nostra ammirazione per Emiliano è nota e rischia di renderci poco imparziali. Ma il portiere brasiliano meritava almeno qualche partita per dimostrare chi fosse veramente. Montella, che ha dimostrato ancora una volta di avere le palle, deciderà se e come alternarli.
La partita di Udine comunque era un tranello pazzesco, la Fiorentina si giocava in trasferta in partita secca uno dei due obiettivi stagionali. Perdere era facilissimo e i cecchini avevano già spianato le canne dei fucili. Ora, indipendentemente da quello che succederà a Palermo, un dettaglio comunque non trascurabile, la Fiorentina passerà un ottimo Natale. Perché la classifica è esaltante comunque e perché la tanto vituperata Coppa Italia adesso diventa un obiettivo. Non era mai successo, negli ultimi anni, che la squadra viola affrontasse la competizione con questa feroce determinazione. Questo atteggiamento di sicuro non assicurerà alla Fiorentina di arrivare in fondo, ma le garantirà un approccio che può portarla al successo. E sarebbe un traguardo meritato per i Della Valle e meraviglioso per Firenze.
Cristiano Puccetti
direttore sport Lady Radio