È FINITA LA BENZINA MA CON IL CHIEVO SERVE UNA REAZIONE ALMENO CARATTERIALE. QUESTA SQUADRA HA DATO TANTO, SERVONO RINFORZI E SOUSA DEVE TROVARE MODULI DIVERSI: ORA È TROPPO PREVEDIBILE. MOLTI SOTTOTONO

17.12.2015 00:10 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
È FINITA LA BENZINA MA CON IL CHIEVO SERVE UNA REAZIONE ALMENO CARATTERIALE. QUESTA SQUADRA HA DATO TANTO, SERVONO RINFORZI E SOUSA DEVE TROVARE MODULI DIVERSI: ORA È TROPPO PREVEDIBILE. MOLTI SOTTOTONO

Come una macchina senza benzina la Fiorentina si sta lentamente spegnendo. Non so se il problema è di testa o di gambe, forse tutti e due, ma nessuno corre più con la stessa intensità, la concentrazione sta sfumando e il gioco di squadra è sparito. Le difficoltà iniziate da un paio di settimane stanno diventando ormai chiarissime, ma non ci s’aspettava il crollo verticale che ha portato alla eliminazione dalla coppa Italia.

Uscire da una manifestazione importante, uno degli obiettivi stagionali, brucia sempre, ma perdere in casa col Carpi fa ancora più male. E’ qualcosa di incredibile e di inaccettabile per un gruppo che ha raggiunto dei picchi altissimi di gioco e viaggia al secondo posto della classifica di serie A.

Se qualcuno ha preso sottogamba l’impegno dovrà essere bravo l’allenatore a capire chi e perché, ad intervenire, nessuno può permettersi certi atteggiamenti superficiali. Ma la nostra sensazione è che tutto il gruppo sia come svuotato, abbia perso le energie, e dopo aver giocato per quattro mesi al di sopra delle proprie possibilità tecniche abbia fisiologicamente smarrito la voglia di lottare e ieri non abbia trovato le motivazioni giuste in una partita ritenuta (a torto) facile. In Italia, però, nessuna squadra si può battere con il minimo sforzo e anche nei momenti di difficoltà il carattere (se c’è) non dovrebbe mai mancare. Con il Carpi, invece, abbiamo rivisto quella Fiorentina fragile, immatura e inconcludente del peggior periodo montelliano, quella Fiorentina che sembrava sparita per lasciare il posto ad un’altra squadra più matura, più equilibrata e più forte caratterialmente.

Quello che è successo deve far riflettere profondamente. Se questo ritorno di vecchi difetti è casuale, episodico, nessun dramma, se invece c’è qualcosa di diverso bisogna intervenire.

E se uscire così dalla coppa Italia fa male, ora le preoccupazioni si spostano necessariamente alla partita di domenica con il Chievo. Serve una reazione immediata, deve pretenderla la società e Sousa dovrà far capire che l’ultimo sacrificio è possibile, la stanchezza non può essere un alibi né uno ostacolo insuperabile.

Chiudere l’anno al secondo posto è quasi un obbligo morale per evitare di buttarsi via e rischiare di annacquare tutto quello di buono (tanto) che è stato fatto fino ad oggi. Domenica servirà una grande prova di carattere prima che di gioco, poi tre settimane di stop saranno utilissime per ritrovare forza fisica e mentale e assieme ad esse il bel gioco.

Sono sicuri che dentro questo gruppo ci siano le qualità morali e tecniche, ma anche l’amor proprio, per una reazione immediata, per un ritorno rabbioso al Franchi che consenta di ripartire a gennaio con serenità e una posizione di classifica assolutamente straordinaria e impensabile a inizio stagione.

Detto questo, il ricorso al mercato è ancora più necessario. Per provare a vincere (e conquistare la Champions per me sarebbe una vittoria) servono ricambi all’altezza perché alcuni giocatori faticano (Babacar, Rebic, Gilberto, Roncaglia), altri hanno dato più del previsto e un calo è fisiologico (Kalinic, Alonso, Vecino), su altri ancora non sappiamo se Sousa potrà mai contare al cento per cento (Suarez e Rossi).

La Fiorentina non ha sicuramente un organico da primi posti, se è in alto è perché tutti hanno dato un po’ di più e per continuare su questo trend a volte bastano solo interventi mirati per consolidare le idee e il gruppo.

E’ una piccola crisi di crescita dalla quale bisogna prendere tutto quello che racconta per trasformarla in positività.

E oltre al mercato, all’arrivo di quel difensore e di quell’esterno importanti, oltre a un centrocampista e un attaccante se andranno via Suarez e Rossi, anche Sousa deve analizzare i suoi primi cinque mesi italiani senza trascurare alcun dettaglio.

Questa squadra ha prodotto un calcio straordinario giocando a ritmi altissimi, fisici e mentali. Il possesso palla porta via tante energie per la concentrazione.

Credo che in certi momenti, in certe partite, ci sia bisogno anche di altre Fiorentine meno intense e mi spiego. Ho l’impressione che il modo di giocare dei viola, il 3-4-2-1 mobile, sia stato capito a fondo, diversi allenatori siano riusciti a trovare le contromisure. Ecco, proprio qui deve uscire ancora di più la mano dell’allenatore che deve essere in grado di cambiare dall’inizio o in corsa a seconda dei momenti.

Il modulo con due mediani ha funzionato molto bene, però mi piacerebbe vedere questa squadra giocare altrettanto bene il 3-5-2 (tanto per dirne uno, pensando a Suarez) o altri moduli, per sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori e le situazioni tecniche e tattiche.

Come ho già scritto, a tutti piace vincere ogni volta, ma non sempre ci si può riuscire e non sempre prendendo l’avversario di petto. Soprattutto quando non sei in forma. Ecco che, allora, la ricerca della vittoria può avere anche altre strade e queste le deve trovare l’allenatore senza snaturare la sua idea di calcio che è anche la nostra.