SI GIOCA... ALLA MENO
Diavolo di uno Jovetic. E' talmente amico di Ljajic che, pur di non farlo sfigurare per il rigore contro l'Inter, sbaglia a sua volta, mostrando un cuore grande così. Per di più calciando allo stesso modo, nello stesso angolo, contro una squadra con le stesse maglie nerazzurre. Ma non basta. Jovetic è talmente un ammiratore di Messi che, pur di fare come lui (o forse come per Ljajic, per non metterlo in difficoltà), fallisce il rigore che poteva riaprire la partita con l'Atalanta. Più o meno come l'argentino che poteva chiudere la semifinale Champions col Bayern. Insomma, uno Stevan Jovetic da "libro cuore", che gioca... alla meno. Eh già, perchè la Fiorentina sta facendo di tutto per complicarsi la vita da sola, gettando al vento occasioni irripetibili, ritardando colpevolmente la salvezza matematica e la programmazione per il futuro. E meno male che c'è chi fa peggio di lei, Genoa e Lecce che combattono una guerra tra poveri. Ma di questo parleremo dopo.
Analizziamo intanto l'andamento della Fiorentina negli ultimi due mesi. Dopo la vittoria in casa sul Cesena del 4 marzo, i viola vanno a Parma e ci sono i primi due punti buttati: è l'88', Fiorentina in vantaggio per 2-1, quando Cassani strattona Giovinco poco dentro l'area. Rizzoli di Bologna non aspettava altro (ricorderete i "pianti" dei ducali per i torti subìti tre giorni prima col Napoli), fischia un rigore generoso e fa 2-2. A sublimare il tutto, in pieno recupero, Cerci serve Lazzari davanti al portiere ma l'ex-cagliaritano spreca incredibilmente. Quattro giorni dopo si replica al "Massimino" di Catania: partita incanalata sullo 0-0, quando Gamberini (forse..."per vedere l'effetto che fa", cantava qualcuno) abbatte Bergessio nel cuore dell'area viola. Anche in questo caso rigore, calcia Lodi ed è l'1-0 finale. Altro punto gettato, e fanno tre. Bypassiamo la disfatta con la Juventus, anche se il "calcetto" di Cerci a De Ceglie è un autogol degno del miglior Niccolai. Ma davanti ad uno 0-5, qualunque recriminazione appare ridicola. Giustificato, giustificatissimo, invece, il rimpianto per il pareggio di Genova del 25 marzo. Copia in carta carbone di Parma: viola sotto di un gol, recupero e sorpasso con Montolivo (!) e Natali, fino alla dormita generale sul pareggio di Palacio all'89'. Un'autostrada spianata verso Boruc che porta a cinque il numero dei punti regalati all'avversario. Col Chievo, sette giorni dopo, si celebra il festival degli orrori: Natali regala il vantaggio a Pellissier, Pasqual elargisce il raddoppio di Rigoni, dopo che Ljajic aveva estratto dal cilindro la punizione di un pareggio ormai scritto. E siamo a sei punti. Poi comincia il mese "pazzo" della Fiorentina: si apre con l'impresa di San Siro, si prosegue pareggiando in casa col Palermo, si chiude il cerchio con l'Inter: 0-0, ed il già decantato rigore fallito da Ljajic. Due punti gettati, tanto per gradire, e si sale ad otto totali. Quattro giorni fa la vittoria in extremis con la Roma (attenzione, le due prestigiose vittorie in zona Cesarini sono strameritate, nessun regalo ai viola che possa compensare i punti gettati) fino al suicidio di ieri, tra una prestazione fantasma, molle, svogliata, e l'ennesimo rigore sbagliato. Si era sul 2-0, e per questo non conteggeremo nessun punto perso, certo l'occasione di accorciare ed inseguire un insperato pareggio grida vendetta. Tra due giorni c'è il Novara, probabilmente senza Behrami, senza Cerci, senza Amauri, e ci auguriamo (ancora) senza Montolivo. Schierare l'ex capitano sarebbe un'ulteriore dimostrazione che la Fiorentina gioca alla meno, anche sul piano della dignità. Far giocare Montolivo dopo un mese di infortuni politici, e (salvo Bergamo) di prove positive, sarebbe un bruttissimo calo d'immagine e di amor proprio.
Dicevamo degli avversari che giocano... alla meno. Numeri alla mano il Genoa di Malesani, di Marino, ancora di Malesani, ora di De Canio (Zamparini e Cellino sono dei ragazzi di fronte a Preziosi) ha raccolto due miseri punti nelle ultime sei partite. A tre giornate dalla fine è ancora un punto sopra la zona retrocessione. Sotto di lei il Lecce di Serse Cosmi, autore di una grandissima rimonta (il girone d'andata dei salentini è stato a dir poco ridicolo), che però ha fallito autentici match-point come i pareggi con Genoa, Palermo, Novara e Cesena. Fino alla sconfitta di ieri col Parma, una vera e propria "mazzata". E mercoledì c'è uno Juventus-Lecce (lo diciamo subito... senza speranza) che però ricorda da vicino quel Roma-Lecce del maggio 1986. Allora furono i giallorossi capitolini a perdere lo scudetto (a favore della Juventus), oggi (lo spera mezza Italia, e forse anche di più...) potrebbe toccare ai bianconeri. Insomma, comunque la si guardi, tutti fanno di tutto per tirarsi la zappa sui piedi: la Fiorentina regala punti, il Genoa sprofonda tra nefandezze societarie ed acquisti sbagliati (ogni riferimento a Gilardino è puramente... voluto), il Lecce paga il giocare costantemente sopra le righe. A questo punto ci chiediamo: si sta salvando la Fiorentina, o stanno retrocedendo gli altri? Ai posteri...