LA FAME DEL CAPITANO...
La fame è una brutta bestia, sopratutto per chi non ce l'ha. Sembra un paradosso, una contraddizione, ma nel calcio (come nella vita) è proprio così: più hai fame, più hai forza, più hai energia. Che si traduce nella voglia di lottare, di emergere, di "arrivare". Quella che (ormai è chiaro) non ha la Fiorentina. Badate bene, non lo diciamo noi, lo lascia intendere Alessandro Gamberini, capitano viola. Si potrebbe discutere sull'opportunità di fare certe esternazioni, in un momento dove tutto può essere frainteso, strumentalizzato, preso a pretesto per distruggere e non per costruire. Però ci sono momenti nei quali l'evidenza supera l'interpretrazione, la realtà supera l'immaginazione, e non importava ce lo venisse a dire Gamberini: la Fiorentina non ha fame, e si vede lontano un miglio. Cosa significa la frase... "L'Inter aveva bisogno dei tre punti ed ha giocato con maggiore determinazione"? Significa che (al contrario) la Fiorentina ha punti a sufficienza per potersi permettere una prestazione come quella di San Siro? Permettersi, cioè, di perdere senza combattere? Senza mai tirare in porta? Apprezziamo la sincerità del "gambero", lodiamo il "mea culpa" (tra l'altro inusuale per un calciatore), ma ci dispiace... non ci stiamo. Non ci possiamo stare. Ci rendiamo conto come i nostri siano discorsi da bar, da circolo ricreativo, ma nel calcio (vivaddio) non ci sono alchimie strane, massimi sistemi da discutere... c'è il responso del campo, c'è il sudore della maglietta. E le due cose spesso vanno di pari passo: più sudi, più vinci. Altra domanda banale: perchè l'Inter avrebbe dovuto avere maggiore determinazione della Fiorentina? Perchè per i nerazzurri i tre punti erano linfa vitale e non per i viola? Domande apparentemente senza risposta, anche perchè le risposte sarebbero ancora più banali delle domande. E per questo ancora più dolorose.
Preferiamo, allora, pensare alle soluzioni. La prima (la più immediata) porta alla rivoluzione. Analizzando ruolo per ruolo, De Silvestri è fuori tempo massimo, al suo posto c'è Cassani. Ci auguriamo che il nazionale sia sulla strada del ritorno (con la soglia bassa del dolore abbiamo già Jovetic, ci basta e avanza...) e sopratutto della completa guarigione. Per Pasqual mancano le alternative, e comunque Manuel è uno dei meno peggio della retroguardia viola (magra consolazione, detto poi all'indomani della gaffe di San Siro su Nagatomo ce ne vuole...) Al centro della difesa Gamberini ha fatto "outing" e ci si è messo dentro da solo (tra gli inappetenti), Natali mostrerebbe volontà, professionalità (quindi fame) ma l'errore di Milano ci fa dire: meno male che c'è Nastasic. A centrocampo urge bombola d'ossigeno per Behrami, oppure un coadiuvante di colore che risponde al nome di Salifù. In alternativa Romizi, non certamente Munari piuttosto che Lazzari. Eravamo propensi a giudicare buona l'ultima campagna acquisti di Corvino, ma i nomi di Munari e Lazzari (per non parlare di Silva e Romulo) gettano ombre cumuliformi sull'operato del ds viola. Che dire poi di Montolivo e Vargas? La qualità svogliata di montolo è (nonostante tutto) superiore al furore agonistico (per esempio) di Kharjà, ma continuare con il talento di Caravaggio sembra tempo perso. Idem dicasi per Vargas (ormai sconnesso dal progetto Fiorentina), insomma due personaggi in cerca di squadra lontano da Firenze. In attacco, poi, c'è il dilemma Gilardino. Non lo conoscessimo diremmo che lo fa apposta: la lentezza, l'indolenza con la quale ha controllato il sontuoso invito di Salifù è il manifesto della sua stagione, del suo ultimo anno e mezzo. Ecco perchè, detto fuori dai denti, Gilardino deve aver qualcosa che esula dalla solitudine dell'attaccante, dalla mancanza di schemi e di gioco. Se siano problemi personali o motivazionali, non è dato sapere. Certamente la Fiorentina ha bisogno di ben altro, e poi si sa... lo stomaco è come un muscolo: più lo lasci a digiuno (Gilardino lo è dall'11 settembre) e meno sente la fame. Attenzione però, Delio non fa sconti, e come usa dire... "Non giudico i giocatori dal loro contratto, dal loro palmares..." Gila è avvertito. Senza parlare di Ljajic che viene preso dai morsi della fame solo quando vede la nutella. Quando invece vede la maglia viola, gonfia la pancia e non avverte il dovuto languorino. Su Silva sospendiamo il giudizio, ritenendolo giocoforza non idoneo al campionato italiano. Allora, facciamo i conti: De Silvestri, Gamberini, Munari, Lazzari, Ljajic e Gilardino. Più Montolivo e Vargas. Otto personaggi in cerca... di motivazione, di fame, di stimoli per emergere, per lasciare traccia di se. Delio Rossi ne prenda atto e, da buon dottore (anzi, in questo caso...chirurgo), faccia le operazioni necessarie.