IL PAGELLONZO VIOLA 2012

28.12.2012 00:52 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
IL PAGELLONZO VIOLA 2012

Da Delio Rossi a Montella, da Corvino a Pradè, da ADV (prima repubblica) ad ADV la rivincita, la vendetta.  E già abbiamo delle crisi d'identità. Ancora... Dal "Tanque" Silva (oppure Amauri, se non è zuppa...) a Luca Toni, da Montolivo a Pizarro, da Cerci a Cuadrado. Le crisi aumentano, si trasformano in convulsioni. E poi De Silvestri e Roncaglia, Gamberini e Savic, Natali e Gonzalo, Lazzari e Borja Valero. Insomma, a Firenze si direbbe... "Come mangiare e stare a vedere!"  Tra tutti, forse il solo Behrami avrebbe retto il confronto. E allora vita dura per il redattore del "pagellonzo viola" 2012: dopo due anni nei quali c'era solo l'imbarazzo (in tutti i sensi) della scelta, stavolta è difficile scegliere, ironizzare, chiosare, punteggiare, criticare. Almeno per i secondi sei mesi. Per questo mutueremo le note espressioni latine A.M e P.M. C'è una Fiorentina "Ante Montella", triste, abbandonata, a tratti vergognosa, ed una Fiorentina "Post Montella", briosa, coinvolgente, a tratti entusiasmante. Nel mezzo, alcune situazioni trasversali che andiamo a tratteggiare.

I CAZZOTTI DI DELIO ROSSI: voto 2   E' forse l'episodio più umiliante della stagione viola, per assurdo quello che dobbiamo benedire. Il classico fondo da toccare, la caduta dalla quale si può solo risorgere. La Fiorentina lo ha fatto, Delio ancora no. Resta la vergogna, un pò per tutti. AL TAPPETO.

LA CAMICIA DI ANDREA DELLA VALLE:  voto 10   Alterniamo, una calda ed una fredda. Al suo cospetto la balaustra di Vittorio impallidisce, il giro di campo di Chiarugi è una semplice alzata di sopracciglio, il Malesani di Udine un topo di biblioteca che gira pagina al vocabolario... Andrea Della Valle che esulta in quel modo al 90' di Fiorentina-Udinese è lo spot più bello per il calcio a Firenze. Sopratutto è la certezza che Andrea Della valle sarà il presidente del terzo scudetto. SUDATO.

LE PERCENTUALI DI JOVETIC:  voto 4   Non sappiamo chi consigli Stevan Jovetic, ma la buona comunicazione è tutt'altra cosa. Come si suol dire, nel suo caso una parola è poca e due son troppe. Ancor peggio sbagliarle entrambi. E poi, un consiglio da amico: Stevan non faccia percentuali, non serve, non si avventuri in elucubrazioni linguistiche che non gli appartengono. Tanto, che lui resti (o voglia restare) a Firenze anche l'anno prossimo non ci crede più nessuno. INGENUO.

PRADE'... UN ROMANO A FIRENZE: voto 8   Insieme a lui ci mettiamo Eduardo Macià, silente ma efficace, quasi infallibile. Inutile nasconderlo, con quella parlata spudoratamente romana non ci aveva convinto. Poi, per non farsi mancare niente, ha portato Montella, Aquilani e Pizarro. Mancavano Carnevale e "Ciccio" Desideri, poi eravamo al completo. E invece... "ANVEDI!!!"

IL TRIO DELLA PERNICI:  voto 3   Come il numero degli improvvidi ragazzotti che "si sono fatti riconoscere" in quel di Moena. Cerci, Vargas e Lazzari: per noi non esistono più, ed anche il mondo del calcio farà in fretta a dimenticarsi di loro. BAMBOCCIONI.

L'AEROPLANINO DI MONTELLA: voto 9   Per lui manca la perfezione, che sarà raggiunta solo quando la Fiorentina volerà in Champions League. Fino ad allora resta la genialità, il carattere, la personalità, la furbizia di uno "scugnizzo" cresciuto in Toscana e maturato in Liguria. Poi, per completare il mosaico, Montella è invecchiato a Roma: vera e propria scuola di sopravvivenza. Il cocktail che ne viene fuori è esplosività e concretezza. INCROLLABILE.

LA MAGLIA VIOLA NUMERO DIECI:  voto 5   Stuprata, violentata, vilipesa, umiliata, ridicolizzata nei primi sei mesi del 2012. Un pochino risollevata nei secondi. Pur senza raggiungere i livelli che le competono. Certo le spalle del "Tanque" Silva e di Olivera erano un inno alla vergogna. Ma ve lo immaginate? Dopo Montuori, De Sisti, Antognoni, Baggio, Rui Costa, Mutu... Oggi tocca ad Aquilani, che per ora c'ha messo solo il nome. Da gennaio ci vogliono i fatti, perchè quella maglia merita molto di più. INVIOLABILE.

LUCA TONI, ED IL MISTERO DELL'ANAGRAFE SCOMPARSA:  voto 8   Quando all'85' di Palermo-Fiorentina lo abbiamo visto scattare, dribblare, entrare in area e concludere in porta abbiamo pensato... Fermi tutti, c'è un errore. Quello non può essere il Luca Toni che conosciamo: 35 anni suonati, più di 13 anni in serie A (Bundesliga compresa), 251 reti da professionista, un titolo mondiale, una scarpa d'oro... Non può essere. Si sono sbagliati all'anagrafe, un po' come succede per quei giocatori di colore con età e nascita incerta. Insomma, quel Luca Toni lì avrà si e no 28-29 anni... E invece eccolo quà, felice e vincente, in barba a tutti i sorrisini e le prese di giro (compreso le nostre). Luca Toni è la dimostrazione che chiunque ce la può fare. Chi crede in se stesso, nel proprio lavoro, negli affetti più cari, chi è capace di vivere un sogno ce la può davvero fare. Proprio quello che sta provando a fare la Fiorentina... AUGURI.

P.S - Dalla lista manca Viviano. Giudicarlo sarebbe stato come sparare sulla Misericordia. Proprio perchè gli vogliamo bene e siamo misericordiosi, sospendiamo il giudizio rimandandolo  a fine stagione. Auguri anche a lui.