VIOLA, Dallo stadio ai social il feeling si è spezzato
Dai cori alla contestazione, dagli applausi ai fischi, da una fiducia illimitata a un malumore dilagante, neppure addolcito da alcuni buoni risultati sportivi come il ritorno in Europa e la semifinale di Coppa Italia. Il confronto faccia a faccia tra Joe Barone e un tifoso al termine di Fiorentina-Empoli di domenica è soltanto l’ultimo atto di un rapporto, quello tra la proprietà e la piazza, andato via via sgretolandosi. Quattro anni in cui si è passati da un vero e proprio idillio, con ogni scelta di Commisso appoggiata a pieno dai tifosi, a una freddezza in cui sul piatto della bilancia i demeriti, come i mancati acquisti o la cessione di alcuni giocatori, agli occhi della gente hanno preso il sopravvento sulle decisioni giuste, sia di calcio che di infrastrutture, come il Viola Park.
Il presidente era stato accolto nel giugno 2019 come un vero e proprio salvatore, dopo gli ultimi anni bui della gestione Della Valle. Stesso credito era stato concesso a Joe Barone: il coro “Barone Joe” accompagnava il saluto del direttore generale sotto la Fiesole o sotto il settore ospiti di qualsiasi stadio e come dimenticare le lacrime di Barone durante una manifestazione degli ultras. E poi ci sono i social, chiave di lettura per capire le situazioni e i momenti. La società ha scelto di comunicare con i tifosi su Instagram, Facebook e Tik Tok ma i contenuti sono diventati ultimamente il pretesto per accusare la dirigenza o Italiano: “ Abbiamo finito la pazienza”, “ Vi meritate lo stadio vuoto”, “Come si può dire a un tifoso vai a casa?”, il tenore degli ultimi commenti.