"WEMBLEY 10 anni dopo" Aldo Firicano racconta...
Aldo Firicano nasce ad Erice il 12 marzo 1967 e impara a dare calci ad un pallone nelle giovanili del Ligny Trapani, a due passi da casa. Oggi allena la Carrarese (serie C2 girone B), in una terra, la Toscana, che ormai sente sua e della quale si sente figlio adottivo. Nel mezzo gli splendidi anni di Cagliari, dove conosce la ribalta internazionale (i sardi furono semifinalisti di Coppa Uefa nella stagione 93-94), e si conquista il biglietto di sola andata per Firenze, destinazione Champions League. E' una storia come tante altre. "Il ragazzo si farà..." cantava De Gregori, e "Nino" Firicano ce l'ha fatta, con le armi del sacrificio e della forza di volontà. In riva all'Arno, nel 1996, ritrova Claudio Ranieri, uno dei suoi maestri ai tempi di Cagliari, ma è con Malesani prima e con Trapattoni dopo, che Aldo raggiunge l'apice della carriera. E' la sera del 27 ottobre 1999, e la Fiorentina del Trap si accinge a calpestare l'erba sacra di Wembley per lo scontro decisivo di Champions League contro l'Arsenal di Arsen Wenger. Chi vince accede al girone successivo, è una sfida da dentro o fuori. "C'era un'atmosfera fantastica, in quello stadio si respirava la storia, in quello stadio si è fatta la storia del calcio. Peccato che lo abbiano abbattuto per farne uno nuovo (si riferisce al nuovo Wembley inaugurato il 24 marzo 2007 n.d.r). Pensi che prima di entrare in campo gli addetti dell'Uefa ci fecero il countdown, tutto doveva essere perfetto. Questa è la Champions." Chi ricorda Firicano come un difensore duro, spigoloso, si dovrà ricredere. Ci riceve sorridente, affabile ed ospitale come solo i siciliani sanno essere, conscio che la prossima ora sarà dedicata alla favola più bella della sua carriera. Ascoltiamolo ancora: "L'Arsenal era dato per favorito ma noi avevamo giocatori eccezionali, Batistuta, Chiesa, Rui Costa e poi Toldo.
Quella parata su Kanu, alla fine, rimarrà negli annali. Ricordo ancora l'espressione incredula del nigeriano." Appunto, Kanu, Bergkamp, Vieirà, Overmars...non vi facevano paura? "No, nessuna paura, eravamo convinti di potercela fare, sapevamo che vincendo gli avremmo eliminati. Anzi sa cosa le dico?" Dica, dica pure... "Man mano che passavano i minuti c'eravamo anche un pò esaltati". E i minuti passavano, con l'Arsenal all'arrembaggio ed i viola del Trap che ribattevano colpo su colpo. Fino al 74' quando..."Quando io riesco ad interrompere una percussione di Bergkamp, il pallone giunge ad Heinrich, taglio centrale e scarico su Batistuta, decentrato sulla destra..." E poi? "E poi ci ha pensato Batigol, alla sua maniera". L'immagine del Re Leone che stende con un proiettile dei suoi il portiere londinese Seaman è immortalata nella mente di ogni tifoso fiorentino. La panchina viola si ritrova in campo, quasi senza accorgersene; Trapattoni ed il suo vice, Romano Fogli, impazziscono per la gioia, increduli di fronte ad una simile prodezza. "Beh, anche noi non ci rendemmo conto subito dell'impresa che avevamo compiuto, anche se, ripeto, ci credevamo fin dall'inizio". Il tempo è scaduto, l'ora è volata via sulle ali di un amarcord struggente. Ma c'è ancora spazio per un augurio... "Sono felice che Firenze possa rivivere dopo anni quest'esperienza fantastica, se lo merita...", e per una frase che, nonostante i 41 anni anni passati, ci restituisce il Firicano ragazzino: "E poi mi creda, vale la pena di giocare al calcio solo per disputare un giorno la Champions League". Chapeau.