VISTA IN TRASFERTA, Qualcosa è cambiato
Dopo aver vissuto la pagina più triste della storia viola con la pesante sconfitta contro la nostra acerrima "nemica" di sempre, è stata davvero dura affrontare la settimana. Il tempo sembrava non passare mai da quel maledetto sabato. La rabbia e l'amarezza per l'onta subita rimarrà nelle menti indelebile, ma piangersi addosso e fare del vittimismo non fa parte della natura di noi fiorentini. Mentre da più parti gli argomenti principali di discussione erano intavolate sul successore del direttore sportivo, sul ritiro dorato della squadra, la tifoseria era proiettata sulla prossima trasferta a Genova.
Le polemiche e le giuste contestazioni si lasciano da parte, la classifica è deficitaria e ancora lontana dalla quota salvezza, questo uno dei validi motivi per essere presenti sugli spalti del Ferraris. Il costo del biglietto non si può considerare popolare con i 26 euro del settore ospiti che unito al viaggio diventa una spesa considerevole, vista la relativa distanza. Alla chiusura dei botteghini i tagliandi venduti sono stati 132, un numero ben oltre le più liete aspettative. Finalmente dopo tanto, l'associazione del tifo organizzato riesce a fare un intero pullman con 52 persone, alle quali si uniscono pulmini e mezzi privati.
Arriviamo davanti ai tornelli verso le 14, e come sempre a Genova prima dell'entrata veniamo sottoposti a controlli accurati, con filmati e foto per ognuno di noi, e perquisizioni da questura. Cose assurde se pensiamo che negli spalti genoani oltre ai tamburi (al nostro Franchi vietati), fumogeni e bombe carta vengono utilizzati. Solite incongruenze di regole e divieti da stadio a stadio. Per scelta dei club presenti gli striscioni rappresentativi dei gruppi non vengono affissi, al contrario solo pochi striscioni dei singoli non firmati. Il sogno di molti sarebbe che un giorno in ogni stadio fosse portato un unico striscione con la scritta Firenze, senza nessuna denominazione di club, perché è quello che rappresentiamo. Alla lettura delle formazioni un applauso doveroso verso il nostro ex di turno Frey, al quale siamo rimasti legati, mentre per Gilardino qualche coro di dissenso.
Dalle prime battute prevale nei ragazzi quella determinazione e agonismo che aspettavamo di vedere. Abbiamo delle occasioni con Amauri (sembra una maledizione quella del suo primo goal in viola), mentre si crea e si cerca di fare nostra la gara, il Genoa alla prima occasione al 21esimo passa in vantaggio con Belluschi. La reazione della squadra è costante e viene giustamente premiata dopo un'azione concitata che manda in rete Montolivo al 31esimo. I commenti unanimi nell'intervallo sono quelli di aver ritrovato il Vargas devastante sulla fascia, il Behrami guerriero anche se non al massimo, un Marchionni che non si capiva perché tenuto in letargo, anche se forse manca il miglior Jovetic. Passa tutto in secondo piano quando al 69esimo sotto il nostro settore da un angolo battuto da Vargas si ottiene il raddoppio con Natali, il cuore ci scoppia dalla felicità, mancano ancora pochi minuti, ma il display che abbiamo di fronte sembra fermo.
Poi succede l'inevitabile, vengono fatti due cambi: Marchionni per Lazzari (pensiamo per infortunio), e De Silvestri per Amauri, una scelta incomprensibile. Si potrebbe chiudere la partita con Vargas, ma anche con Jovetic che potrebbe passare al compagno vicino, e si realizza quella dura legge del calcio che recita :"goal sbagliato, goal subito". Palacio beffa la nostra difesa infilandosi tra Natali, Gamberini e Pasqual e fa sfumare la nostra vittoria a due minuti dal termine. Restiamo allibiti e avviliti con l'amaro in bocca, buttati via due punti preziosi che ci avrebbero potuto farci rialzare e respirare verso la strada che ci porta alla salvezza. Torniamo verso Firenze delusi, ma consapevoli che qualcosa è cambiato...