VISTA IN TRASFERTA, Dal Borussia-Park al Meazza
Settimana difficile per la tifoseria viola che, come successo in altre occasioni viene chiamata a due lunghe e complicate trasferte, tra i sedicesimi di Europa League e il campionato. La prima iniziata ai sorteggi di dicembre, quando sono fissati i voli che hanno portato i 1200 tifosi presenti sugli spalti del Borussia Park. La maggior parte arriva con voli low cost da Colonia, da Dusseldorf, dall'Olanda. Da Firenze partono due pullman di temerari, vari gruppi con mezzi propri. Come già detto in altre occasioni il sapore dell'Europa è particolare, il senso di appartenenza per i colori viola totale, un unico cuore pulsante che coinvolge ognuno che vuole portare il proprio contributo con la massima passione. Le città tedesche si colorano di viola già un giorno prima della gara, uno spettacolo, ma il massimo avviene nel primo pomeriggio quando nella zona adiacente al magnifico impianto si attende l'apertura gustando le prelibatezze del luogo insieme ai supporter di casa che si mescolano e condividono l'euforia del pre gara.
Alle 17.00 si entra con la disponibilità e gentilezza degli steward, controlli al minimo, quanta differenza rispetto agli stadi d'Italia! Anche in questo caso un altro stadio magnifico, quasi interamente riempito in ogni settore, anche quello degli ospiti faceva il suo bell'effetto con bandiere e stendardi in ogni ordine. I cori incessanti dei tifosi fin dai primi minuti scanditi dai tamburi (permessi in Europa), davano un ritmo incalzante alla gara, anche se dagli spalti si evidenziavano le difficoltà della squadra in campo, pressati a tutto campo dai tedeschi che sbagliano tanto sotto porta. A fine tempo azione clamorosa per i padroni di casa che colpiscono anche un palo, e sprecano in modo incredibile sulla ribattuta. Poi succede che dalla parte opposta si conquista una punizione, e il numero dieci Bernardeschi con una magia realizza un goal da cineteca. La gioia incontenibile e indescrivibile sfocia in un groviglio di abbracci, urla e corse tra il settore, dopo momenti di grande apprensione. Nella seconda frazione di gioco solito copione e poche emozioni in campo, i tedeschi cercano il pari ma i viola si difendono e controllano con il possesso palla. Al fischio finale un sospiro di sollievo per un risultato importante, anche se da parte di tutti si rimarca una prestazione poco brillante. Prima di lasciare l'impianto gli applausi verso la squadra viola, ma anche verso gli avversari che si portano sotto il settore. Non resta che festeggiare una vittoria sofferta che lascia molte speranze per il passaggio del turno.
Neanche il tempo di riprendere fiato, qualcuno rientra a Firenze il sabato, che si è già concentrati verso il Meazza a Milano che potrebbe diventare uno spareggio per l'Europa. Come previsto dopo la fatica di Germania e il posticipo serale, il numero dei presenti nel terzo anello del Meazza è un numero esiguo, circa 300. La visuale dalla "piccionaia" della Scala del calcio, dopo l'eliminazione delle reti di protezione, è perfetta anche se il campo resta a distanza spropositata. Ancora una formazione inedita con Sanchez a destra e Salcedo a sinistra, purtroppo manca per squalifica il protagonista del Borussia-Park Bernardeschi. Scendono in campo: Tatarusanu, Sanchez, Gonzalo Rodriguez, Astori, Salcedo, Vecino, Valero, Chiesa, Ilicic, Cristoforo, Kalinic.
Si parte con due occasioni da una parte e dall'altra, i portieri impegnati Tatarusanu su Suso e Donnarumma su Chiesa. Poi il solito svarione difensivo e Milan in vantaggio con Kucka. Le voci dei tifosi già impercettibili si affievoliscono, ma riprendono vigore quando pochi minuti dopo Kalinic in area sfrutta un cross di Chiesa e pareggia i conti. La sensazione di portare un risultato utile è reale anche perché la squadra sembra più vivace della precedente gara in Europa, e costringe gli avversari a ripetuti falli. Alla mezz'ora si perde palla a centrocampo e Delulofeu riporta in vantaggio i rossoneri. La nebbia che cala vistosamente fa aumentare il freddo ma anche lo sconforto dei presenti che tremano al termine del primo tempo per un palo di Pasalic. Nella seconda frazione di gioco i viola si spingono in avanti, dalle punizioni nessun risultato, ma l'occasione più eclatante è di Sanchez che quasi a porta vuota manda alto sopra la traversa. I viola premono ma gli avversari si difendono in undici. I cambi di Chiesa e Cristoforo per Tello e Badelj, non danno risultati evidenti. Il pressing dei gigliati è costante ma non crea problemi al portiere avversario. L'innesto di Saponara al posto di Ilicic, forse troppo tardi, non cambia la partita. Dopo cinque minuti di recupero termina una gara che porta la solita amarezza dell'eterna incompiuta. Gli applausi da parte dei tifosi verso la squadra che si porta sotto il settore in due momenti diversi un riconoscimento all'impegno.
Una sconfitta che porta le solite perplessità per una formazione discutibile con giocatori fuori ruolo. Resta la rabbia per come è arrivata, con avversari non superiori per valori tecnici ma per errori dei singoli, che sono una consuetudine. Per possesso palla e azioni manovrate i viola a tratti sono stati superiori, ma sono mancati nelle conclusioni finali. In questo campionato altalenante per prestazioni e risultati i viola hanno evidenziato i tanti limiti e la poca determinazione che la stanno relegando in un ruolo di squadra anonima e di seconda fascia. L'ennesimo viaggio di ritorno in notturna acuisce la consapevolezza che ormai resta un'ultima gara, quella del prossimo giovedì al Franchi contro i tedeschi, una chance che non si può sbagliare, affinché non diventi una stagione fallimentare. Per i tifosi un tour de force dal Borussia Park al Meazza tra mille emozioni contrastanti: gioia, allegria, speranza, sogno, delusione, amarezza vissute senza respiro per stare accanto alla squadra.