UN EPILOGO DIVERSO
Basta un punto alla Fiorentina per archiviare definitivamente e nel migliore dei modi la pratica Europa Legue. Sarà sufficiente non perdere contro il Dnipro (fermo in campionato dal 4 dicembre e reduce da un 2-2 casalingo contro il Metalist) per agganciare il primo posto nel girone E e guardare con maggior fiducia al sorteggio di lunedì 16, dove dall'urna di Nyon uscirà il nome dell'avversaria dei sedicesimi di finale e quella, eventuale, degli ottavi. Il clima che si respira a Firenze, guarda caso, è lo stesso che si percepiva a pochi giorni dal ko di Udine contro Di Natale e co., dove la Fiorentina dopo un secondo tempo da brividi non era riuscita a recuperare l'iniziale vantaggio friulano firmato da Hertaux. Anche in quella circostanza, i discorsi che furono fatti andarono tutti a parare nella medesima direzione: difesa distratta, centrocampo assente, attacco sprecone in cui si era fatta sentire come non mai l'assenza di Gomez.
Riavvolgiamo il nastro: a Roma la Fiorentina perde 2-1 al termine di una prestazione sicuramente migliore ma la difesa ed il reparto mediano commettono gli stessi errori. L'attacco, in compenso, nonostante un siluro di Vargas continua a sbagliare l'impossibile ed anche in questa circostanza le funi del cielo a cui ci si attacca sono quelle di superMario. Il quale però non ha la minima intenzione di forzare i tempi per tornare in campo. Almeno non fino a quando la gamba continuerà a dargli fastidio, ad impedirgli di correre e calciare con serenità. Un copione di fatto identico, in cui però l'epilogo, stavolta, dovrà essere diverso. Dopo Udine, la Fiorentina era volata in Portogallo per affrontare il Paços e a Guimaraes arrivò uno striminzito 0-0 condito da una prestazione ancora una volta poco soddisfacente.
Contro i ragazzi di Juande Ramos Montella ha chiesto un atteggiamento diverso, lo stesso visto a Roma ma con maggiore cattiveria sotto porta. Lo sa bene Ilicic, che giovedì avrà forse una delle sue ultime grosse carte da giocarsi in Fiorentina.