TRACOLLO
La cautela sta tramutando questo finale di stagione in un vero e proprio tracollo. A Empoli la sconfitta porta con sè numeri da incubo, che è meglio non scomodare anche se a tre giornate dalla fine la squadra non è ancora matematicamente salva. Di sicuro sulla Fiorentina è calato il buio più assoluto, e a niente stanno servendo gli interventi a distanza della proprietà. Il cambio di tecnico, le riunioni plenarie, le visite al centro sportivo, in rigorosa contemporanea con l'assenza di fronte ai tifosi e ai microfoni, non cambia un'inerzia che si fa pessima.
Mentre la difesa del valore tecnico del gruppo e delle scelte estive continua a ricevere il sommesso sostegno della società (non si registra autocritica a come è stata assemblata la squadra nemmeno da chi l'ha concretamente costruita) dal campo arrivano risposte deprimenti. In primis da Simeone lontano anni luce da quel che dovrebbe fare una prima punta, ma più in generale da tutta una squadra che dopo Bergamo ha staccato la spina, smettendo anche solo di provare a imbastire una reazione. E' vero che a Empoli si è almeno vista una manovra diversa da quella mancata con il Sassuolo, ma è anche vero che leggere nelle pieghe della sconfitta di oggi (la quarta della gestione Montella) fa inevitabilmente male.
Anche perchè a rendere dolce la domenica empolese partecipa fattivamente Dragowski, quel giovane portiere mandato in prestito alla corte di Andreazzoli per lasciar spazio a un altro giovane portiere, Lafont, che ancora non ha del tutto convinto. Senza contare l'ingenuità di Veretout nel dopo gara (in perfetta linea con quanto avvenuto l'anno scorso, a fine stagione, contro il Cagliari) che lo terrà fuori dalla sfida al Milan come potrebbe capitare a Pezzella che dovrà operarsi per una frattura allo zigomo destro. Dal canto suo Montella, nel dopo gara, punta il dito contro il clima che non aiuta la squadra, un'atmosfera che mette il gruppo in crisi emotiva ma che, al tempo stesso, società e proprietà non vogliono affrontare rimandando decisioni e comunicazioni solo a fine stagione. L'ennesima contraddizione in termini.
Se il terzo anno senza Europa è ormai qualcosa di acclarato vien da domandarsi se con la squadra a 8 punti dalla zona retrocessione si muoverà qualcosa in casa viola, al di là del consueto rimpallo di responsabilità e di un silenzio stampa diventato abitudine anche per i giocatori che, pure oggi, avrebbero semplicemente fatto meglio a scusarsi per come vanno le cose da un po' di tempo a questa parte.