SEMPRE LA STESSA STORIA
Nel computo terremo di conto anche questa logica. Quella di una multa per lancio di petardi e bengala (con conseguenti danni per gli spettatori che quel petardo se lo vedono scoppiare in faccia) inferiore ai cori anti Galliani e a quelli a sfondo razzista per Balotelli. D’altronde se la stessa ammenda comminata al Milan per i cori dei suoi tifosi contro i Carabinieri era stata applicata nella misura di 8000 euro, non c’è troppo di che stupirsi o scandalizzarsi. 15000 euro di multa per i lanci ripetuti dai tifosi giallorossi e via andare. Senza troppo preoccuparsi dei rischi e dei danni subiti in Curva Ferrovia da ignari spettatori, ed evidentemente senza dare nemmeno troppo peso a quelle che sono le ricostruzioni di quanto avvenuto (come nel caso del medico in servizio sabato sera che ha ampiamente chiarito gli scenari che si sono venuti a creare). Infondo, almeno secondo il metro delle istituzioni pallonare, l’offesa a Galliani rientra nel reato più grave, anche più crudele del lancio di petardo. Questo almeno la stampa nazionale ci ha raccontato.
Nel mezzo poi ci sono le due giornate di squalifica a Ljajic in un dopo gara che nessuno mai conoscerà davvero, se non coloro che ci sono stati. Eppure verrebbe da pensare che un arbitro già in difficoltà per un errore evidente (e dubitiamo che lo stesso Mazzoleni non si sia reso conto – o non gli abbiano fatto notare – di aver commesso una castroneria) potrebbe anche considerare come inevitabili talune polemiche a fine gara. Potrebbe, come si suol dire, andare altre, sfruttando il buonsenso, e comprendendo lo stato d’animo di chi è stato scippato di un rigore (e un’espulsione) sacrosanta. Non peggiorando oltremodo il quadro di una squadra e di un club che già di per sé è stato danneggiato. Ma non è il caso della Fiorentina, che anzi si è vista multata il tecnico e inibito il club manager in una sorta di vendetta finale di un puntigliosissimo (e immaginiamo anche un minimo permaloso) Mazzoleni.
Quasi che, soltanto a vedere il colore viola, la mano del giudice sportivo diventasse sempre pesantissima. Una sorta di mannaia che regolarmente si abbatte, e si è abbattuta, sulle casse della società. Eppure, di fronte a una stagione nella quale ai viola molto è stato tolto e pochissimo è stato regalato, la Fiorentina prosegue nella sua linea virtuosa. Niente polemiche, niente veleni, e la certezza che la qualità e l’identità del proprio gioco sia il primo obiettivo da perseguire. In una programmazione che prevede, tra l’altro, l’ulteriore abbattimento di barriere in uno stadio destinato a trasformarsi nel primo esemplare italiano a vocazione inglese. Con buona pace dei tifosi stranieri che seguono con curiosità i viola (in Spagna la Fiorentina è la squadra più seguita in tv dai fini palati iberici). Alle lettere di complimenti di Abete, invece, e al comportamento praticamente inappuntabile della tifoseria non segue una valutazione come minimo paritaria. Semmai il contrario. Esattamente come in campo, anche lontano dal rettangolo verde, i diversi pesi e le diverse misure si ripercuotono ovunque.
Nei rigori non concessi come nei tifosi ustionati dai petardi lanciati dal settore ospiti. E’ anche questa una delle conseguenze di un campionato falsato?