PUNTI E LEGGEREZZE
Per un attimo, sul risultato di 2-2, un velo di tristezza si è appoggiato sulla Fiorentina. Non battere il Chievo, al di là dei risultati delle altre, avrebbe avuto un contraccolpo non da poco. Sulle ambizioni e sui traguardi, e forse anche sulle convinzioni. D'altronde a Verona la sfida al Chievo s'era messa subito sui giusti binari. Il gol di Muriel al termine di una bella triangolazione con Hancko sembrava spalancare le porte di una trasferta ben più agile di quanto non lo sia stata.
In realtà già il raddoppio di Benassi arrivava dopo l'enorme sofferenza generata dal palo di Stepinski e dal gol annullato di Giaccherini (figlio di un clamoroso passaggio a vuoto di Lafont) ma nemmeno avanti di due reti la Fiorentina ha dato la sensazione di poter gestire il match. Perchè la rimonta dell'onestissimo e arrabbiatissimo Chievo (difficile dar loro torto) è sembrata quasi naturale di fronte alle disattenzioni difensive (male ieri sia Hugo che Pezzella, da rivedere Hancko mentre Lafont ha saputo rifarsi con gli interessi parando un rigore) e ai harakiri sui falli di mano.
Dopo Hugo con la Samp anche Benassi entra nel club dei gentili omaggi in area di rigore, seppure i dubbi sul secondo penalty per mano di Gerson siano molto più legittimi. Buon per la Fiorentina che allora, proprio in quel momento, si sia acceso il talento accecante di Chiesa. Lui che fino a quel momento aveva anche provato a dialogare con Simeone, forse un po' in ombra per la cattiveria sotto porta e la rapidità nello smarcarsi di Muriel, ha letteralmente cambiato l'inerzia della partita. Trasformando la Fiorentina in inferiorità numerica (seconda partita consecutiva) in una squadra capace di far malissimo a ogni ripartenza.
Infilando un'altra doppietta, dopo quella in Coppa Italia, che certifica ulteriormente il suo peso in questa squadra. Un gruppo che con l'inserimento di Muriel ha trovato una rinnovata vena realizzativa, ma che continua a palesare amnesie inspiegabili e passaggi a vuoto in area di rigore che costano cari. Senza contare un gioco troppo spezzettato e un'incapacità nel gestire i vantaggi preoccupante. Tre punti obbligati portati a casa, nonostante tutto, ma anche altri 90 minuti sui quali lavorare attentamente. Per evitare di ripetere errori che questa Fiorentina si concede con troppa leggerezza al cospetto di Roma e Udinese nel giro dei prossimi sette giorni.