PRIMO ROUND
Il primo round, tutto sommato, lo hanno vinto. Pradè e Macia escono dalla lotteria delle comproprietà raccogliendo quanto voluto, e già questo potrebbe essere considerato un successo in un mercato fermo e piantato come le gambe degli azzurri impegnati in Brasile nella Confederations Cup. E’ stata monetizzata la cessione di Cerci, Tomovic resterà un giocatore della Fiorentina, e nel mezzo arriva anche un giovanotto di belle speranze (Bakic) bloccato quest’anno da un brutto infortunio al ginocchio.
Alla fine, il dialogo a distanza con il Torino, ha portato nelle casse viola circa 4,2 milioni di euro più la metà di Bakic (per inciso anche lui della scuderia Ramadani) cioè circa un milione di euro (in pratica, ad oggi, l'intero cartellino di Cerci è stato valutato intorno ai 10 milioni di euro, mentre l’anno scorso la prima metà dell’attaccante è stata pagata dai granata 2,5 miloni) consentendo alla Fiorentina di rimediare comunque una plusvalenza su Cerci, visto che al suo arrivo i viola pagarono circa 3,5 milioni alla Roma. Insomma, l’obiettivo sbandierato di racimolare almeno cinque milioni dalla cessione di Cerci è stato in pratica centrato.
Ma è stato centrato anche l’obiettivo legato alla permanenza di Tomovic. I viola volevano riscattare il difensore serbo dal Genoa, e nonostante le posizioni di Vargas e Cassani tutte da decifrare con l’offerta in busta da 1 milione e 650 mila euro Pradè ha battuto i liguri. Anche sotto questo profilo, perciò, quelli che erano gli intendimenti iniziali sono stati confermati.
Adesso, però, comincia una nuova fase, se possibile ancora più complessa. Si parte oggi, con il ventilato incontro con Santisteban per parlare di Pizarro, per avviarsi poi ai prossimi giorni nei quali Jovetic e Mario Gomez resteranno sulla bocca di tutti. Il montenegrino perché tra domani e domenica il suo agente Ramadani vedrà Marotta, il tedesco perché Firenze e la Fiorentina lo aspettano a braccia aperte. Superata la fase iniziale del mercato di slancio (con anche 4 colpi ufficiali e Ambrosini in dirittura d’arrivo) Pradè e Macia si apprestano a scalare marcia e accelerare.