PRIMO: NON PRENDERLE
Detto così suona un po’ troppo brutale (anche se poi il "non prenderle" era il mantra di un maestro di calcio come Enzo Bearzot), eppure la realtà dei fatti impone di inquadrare la sfida di oggi tra Fiorentina e Roma come una gara in cui, prima di tutto, servirà non incappare in un’imbarcata. L’ennesima di questa stagione vissuta sin qui sull’ottovolante delle emozioni. Anche perché, numeri alla mano, le prime undici giornate di campionato (che hanno visto capitolare i viola cinque volte, ovvero quasi il 50% delle volte) raccontano che la squadra viola - quando si è trovata sotto nel punteggio - non è mai poi riuscita non solo a ribaltare (troppa grazia…) ma addirittura a pareggiare l’avversario in partita.
Se la Fiorentina va sotto, puntualmente perde. È successo a San Siro con l’Inter, in casa con la Samp, a Torino con la Juve e una settimana fa a Crotone. Senza scordare la debacle di Verona, dove in quella circostanza fu la Viola stessa ad essere rimontata dopo aver trovato il gol dell’1-0. Una volta subito il 2-1 del Chievo, la squadra non è stata capace di reagire. Ecco perché oggi sarà fondamentale, se non si vorrà invertire questo sfortunatissimo trend, quantomeno cercare di limitarlo. Provando pronti-via a non subire gol (ovvero evitando di ripetere la prima devastante mezz’ora allo Scida di domenica scorsa) e magari cercando di capitalizzare al meglio quelle (poche) chances che la difesa della Roma, la migliore della A con appena 5 reti al passivo, concederà. Primo: non prenderle. Brutto dirlo, molto più letale non metterlo in pratica.