PRIMI SEGNALI DI DISGELO
Quella intorno a Mauro Zarate è una discussione che avvolge continuamente il tessuto del tifo cittadino. Le sue prestazioni danno vita a considerazioni che si rinnovano costantemente nella forma, in linea con le oscillanti apparizioni dell'attaccante argentino. Ieri sera il 7 della Viola ha dato una notevole scossa, emotiva oltre che tecnica, con il suo ingresso in campo. Zarate Kid ha preso in mano le redini della manovra gigliata con le sue classiche caratteristiche: tanta voglia di fare, testardaggine - forse anche troppa - ma soprattutto un coraggio che probabilmente manca a molti componenti di questa squadra. Sono proprio questi aspetti che hanno conquistato una nutrita fetta di tifoseria. Ma Sousa, sin qui, lo ha visto davvero poco.
Eppure sembra che lo scenario stia andando verso una fase evolutiva. Ieri sera infatti l'allenatore portoghese ha squarciato il silenzio dietro al quale si era trincerato negli ultimi tempi, e incalzato dall'ennesima domanda sull'argentino ha dichiarato: "È un calciatore che ho voluto fortemente io, per quanto mi riguarda non è in vendita". Però tutto ciò va in netta controtendenza con le voci che arrivano dai perpetui movimenti del calciomercato, che danno il calciatore in partenza, con direzione primaria Bologna, o Empoli come tappa alternativa. Lui però, dal canto suo, ha sempre fatto sapere che vuole restare a Firenze, per fare bene con la maglia della Fiorentina. E le parole dette da Sousa ieri, di pari passo con il maggior minutaggio che il portoghese gli sta concedendo, potrebbero davvero mutare radicalmente lo scenario, e rappresentare i primi segnali di un tentativo importante di disgelo. Perché Zarate sia un'arma, e non un oggetto di polemiche, e quindi per il bene dell'intera Fiorentina.