PRESA DECISIONE
Capacità emozionale, singolo e collettivo, sognare, lavorare per esserci, essere focalizzati e, infine, la presa decisione. Lessico di Paulo Sousa. Parole che inizialmente potevano suonare vuote ai più, ma non certo al tecnico portoghese che con il suo modo di comunicare ha fatto breccia, da subito, nel cuore di tutti. A cominciare da un ritiro estivo attorno al quale si ammassavano nubi di tempesta, causa un mercato che stentava ad ingranare ed un diffuso senso di smobilitazione. Sousa concentrò su di sé tutte le attenzioni, mettendo in ombra problemi ed incertezze. E così, anche adesso, con la sua semplicità e trasparenza affronta un momento complicato per la Fiorentina. Complesso non tanto per il gioco espresso o i punti ottenuti (pareggio casalingo con il Napoli e sconfitta a Roma sono risultati che possono starci, nonostante la squadra abbia sbagliato completamente approccio nella gara dell'Olimpico), ma piuttosto perché in tutto l'ambiente c'è la sensazione di essere giunti ad un punto della stagione nel quale si capirà quale sarà il reale obiettivo alla portata di questa squadra.
Un gruppo tecnicamente più debole rispetto a quello dello scorso anno, tanto da indurre lo stesso tecnico viola a definire la Fiorentina una ''intrusa'' nel gruppo di testa. E' sicuro che le ambizioni di tutti all'inizio del campionato fossero ben altre, ma il lavoro di allenatore, squadra, proprietà e l'attaccamento dei tifosi hanno innescato un meccanismo straordinario che ha dato da subito frutti inaspettati. Forse, l'unico che confidava in una crescita così esponenziale della sua squadra era lo stesso Paulo Sousa che sin dal principio ha sperato di poter regalare qualcosa di tangibile a quella che lui chiama la ''famiglia viola''. La famiglia, si sa, non la si può scegliere e le si resta legati sempre, volenti o nolenti, nel bene e nel male. Perché parliamo dello stesso sangue. Nulla è ancora compromesso per il sogno Champions, benché l'obiettivo sia sicuramente più difficile da raggiungere. Se Sousa saprà toccare le corde giuste in questo momento psicologico molto delicato per la sua squadra, sognare potrebbe essere ancora dolcemente lecito. Sia individualmente, che come collettivo.