PORTE CHIUSE PER L'EUROPA
Non ce la fa proprio, questa Viola, a sbocciare. E, almeno per la prima squadra, la primavera non è ancora arrivata. Dopo il gol di Montolivo, e il vantaggio momentaneo sul Cesena, le porte dell'Europa sembravano essersi di nuovo, incredibilmente, spalancate. Il Palermo superato e la Juve a un passo, pur alla luce della successiva vittoria dei bianconeri all'Olimpico. Una classifica che avrebbe rilanciato la Fiorentina nella settimana che accompagnerà alla sfida al Milan dell'Ibrahimovic ritrovato.
A voler guardare bene il risultato del "Manuzzi" vien da mangiarsi le mani per come è venuto il pareggio dei bianconeri, ma al tempo stesso è anche necessario riguardarsi il miracolo finale di Boruc per rendersi conto di come, le cose, sarebbero potute persino andare peggio. Il perchè di questa incertezza finale, perciò, risiede anche nella gara che i viola hanno disputato contro il Cesena. Alternando buone trame a passaggi a vuoto. Folate di buona volontà a rilassamenti pericolosi.
Fra giornate storte, come quella di Mutu condizionata sin dall'inizio dal cartellino giallo che gli costerà il Milan domenica prossima, e incertezze tattiche, con Montolivo che ha rivisto la propria posizione dopo una ventina di minuti di gioco, la Fiorentina non ha mai tenuto in mano saldamente il match. Avrebbe certo meritato più fortuna sul "tiro al legno" firmato Natali, ma al tempo stesso ha anche sofferto a più riprese un Cesena ottimamente messo in campo.
L'Europa, dunque, sembra di nuovo, e forse definitivamente, allontanarsi. Proprio alla vigilia di due gare interne contro le redivive strisciate. I rossoneri reduci dalla sbornia nel derby di sabato sera, i bianconeri che invece tornano a respirare dopo aver addirittura espugnato l'Olimpico di Roma. Servirà dunque, la miglior Fiorentina. E con lei anche il miglior apporto possibile in arrivo dal tecnico. Soprattutto in tempi in cui il suo rinnovo viene persino dato per scontato. Perchè, per inciso, in Romagna non è parso poi così determinante.