PAÑOLADA VIOLA
Più che un silenzio stampa, una pausa di riflessione. E che pausa. Nemmeno 24 ore dopo il pareggio di Genova c'ha pensato il presidente Agnelli a sottolineare come la Juventus abbia di che lamentarsi degli arbitri. Roba che già scrivere o immaginare un concetto del genere sembra praticamente sottolineare un ossimoro. Fatto che sta che la Juve, e Conte, arriveranno a Firenze accompagnati da un sottofondo, una colonna sonora, di proteste contro le giacchette nere.
La Fiorentina, dal canto suo, vanta una tradizione di tutto rispetto. In senso opposto all'ossimoro di cui sopra, si capisce. Ed è semplicemente la storia di questa squadra, e dei torti che ha dovuto ingoiare, a raccontarlo. Una squadra viola che, soltanto qualche giorno fa, a Parma si è trovata suo malgrado coinvolta nella reazione ducale a precedenti torti. Quelli che avevano visto il Parma penalizzato contro il Napoli, e che avevano spinto l'intera tifoseria gialloblu a organizzare un'improvvista pañolada contro Rizzoli. Le cui scelte, nel finale di gara, lasciarano più di un dubbio. Dal generoso rigore concesso a Giovinco, all'episodio del rosso a Behrami, sul quale comunque la si guardi, tra uno e due squalificati, i viola si sono ritrovati a fare i conti con l'ipotesi peggiore.
Lungi il pensiero di eventuali condizionamenti, seppure la lamentela arbitrale sia sport secondo solo al calcio nell'attuale e passata massima serie e non solo, ma di certo la preoccupazione c'è. Che il direttore di gara designato per il match di sabato sera possa non essere al top della tranquillità è, purtroppo, ipotesi non così distante dal vero. In un'annata in cui la sfida ai bianconeri sembra assumere aspettative di un tempo, allora, questo ulteriore alone di tensione non fa altro che caricare l'ambiente. In spasmodica attesa di una gioia che possa placare la seconda stagione deludente. Vorrà dire che oltre alla bolgia per un Fiorentina-Juventus, sarà una serata anche da "panolada viola".