OTTIMISMO O REALISMO?
E' tempo di scelte in casa viola. I risultati dell'ultima giornata di campionato hanno probabilmente stroncato le residue speranze di agganciare il famigerato settimo posto in classifica, e per la Fiorentina adesso occorre capire in fretta quale profilo tenere da qui fino al termine del campionato. Mancano ancora sette partite e, soprattutto nelle prossime due gare casalinghe contro Milan e Juventus, se non sarà possibile cogliere qualche successo di prestigio, sarebbe auspicabile evitare almeno brutte figure. Analizzando la situazione in casa viola, tra infortunati prossimi al rientro, titolari con la valigia in mano e giovani di belle speranze che scalpitano, sono da ritenersi possibili almeno due distinte strategie.
La prima, improntata all'ottimismo ad oltranza, potrebbe vedere la Fiorentina concentrata sulle gare che restano, con l'obiettivo di vincerne il più possibile e continuare a sperare nell'Europa, almeno finchè la matematica non taglierà anche quel sottile filo di speranza. In quest'ottica, spazio ovviamente alla miglior formazione possibile, con i rientri di Frey e Jovetic ritardati ulteriormente se non addirittura rimandati alla prossima stagione e con l'impossibilità di far esordire qualche pianticella viola, anche per non rischiare di bruciarla.
La seconda strategia invece si baserebbe su una sorta di realismo aziendalista, utilizzando le gare che restano nell'ottica della squadra futura. In questo caso i risultati passerebbero in secondo piano, magari cercando di evitare brutte figure in casa contro le "grandi" per non mortificare ulteriormente un pubblico già fin troppo tartassato nell'ultimo anno e mezzo. In squadra ci sarebbe spazio solo per chi sicuramente farà ancora parte del progetto, oppure per chi dovrà essere rivalutato nell'ottica di una cessione più remunerativa, ma soprattutto potrebbero essere testati alcuni dei giovani che quest'anno ci hanno regalato le maggior soddisfazioni, e i nomi li conosciamo tutti.
Ottimismo o realismo dunque. Due strade che al momento sembrano difficilmente conciliabili.